ITTIRI. La situazione di pericolo era nota da tempo e da più fronti era stata denunciata ma nessuno ha agito per evitare che si potessero verificare tragedie come la morte di Antonio Meloni, 14 anni di Ittiri, schiacciato dalla corriera dell’Arst mentre tentava di salire per andare a scuola. Già dall’aprile 2016 un avvocato di Alghero, Nicola Nieddu, aveva inviato una lettera alla Prefettura e alla Questura di Sassari, alla polizia municipale di Ittiri e all’Arst, con oggetto “Segnalazione situazione di pericolo nelle fermate Arst degli studenti da e per Ittiri”, dopo la denuncia di un suo cliente (“e da me riscontrato personalmente”, continua la nota del legale) della pericolosità della situazione alla fermata del centro dell’hinterland sassarese. Soprattutto negli orari precedenti e successivi le lezioni scolastiche, esattamente come accaduto lo scorso venerdì.
“Gli studenti sono stati visti avventarsi sul proprio autobus per fermarlo prima dello stallo al fine di entrare prima dei compagni e occupare le posizioni più ambite”, recita la lettera inviata alle istituzioni, dove venivano segnalati con dovizia di particolari i comportamenti dei giovani ittiresi: “Gli studenti si attaccano alle portiere e alle altre parti sporgenti anche quando questo è ancora in movimento, con evidente pericolo per gli stessi ragazzi e per gli altri mezzi”.
Un avvertimento caduto nel vuoto, così come quanto segnalato dalla Fit-Cgil, sindacato dei trasporti, per voce del segretario regionale Arnaldo Boeddu. “Più volte abbiamo segnalato questa situazione, che si presenta non solo a Ittiri e anche l’azienda Arst si è attivata con le istituzioni locali per rappresentare il pericolo. L’unica soluzione – ha spiegato Boeddu alla Nuova Sardegna – è quella di fare in modo che in concomitanza con le partenze dai paesi e dalla città di Sassari, siano presenti le forze dell’ordine per evitare il ripetersi di questi fatti”. Sconcertato il neopresidente dell’Arst, Chicco Porcu: “Non c’è niente da nascondere, l’autista è tra i più esperti, lui stesso aveva segnalato la situazione critica in quella fermata e l’azienda si era rivolta alla Prefettura, al Comune e alle forze dell’ordine per sollecitare un intervento”. Un’inerzia che ha portato all’assurda morte di un quattordicenne, che si poteva e doveva evitare.