CAGLIARI. Colpa della risalita generalizzata dei contagi in tutta Italia, complice un pellegrinaggio (e ritorno) a Medjugorje che ha fatto esplodere un focolaio la cui portata è ancora da definire, aggiunto il maltempo che costringe a periodi di tempo più lunghi trascorsi al chiuso ed ecco servita la nuova situazione epidemiologica della Sardegna: incidenza dei contagi più che raddoppiata in una settimana, indice Rt che passa da 0,74 di venerdì 5 ottobre a 1,27 di oggi, aumento dei casi sintomatici e una circolazione del virus che riprende veloce.
La fotografia è stata scattata nel nuovo monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità, che comunque (analizzati i dati per la settimana che va dall'1 al 7 novembre) classifica l'Isola ancora a rischio moderato, come tutte le altre regioni d'Italia, tranne Friuli Venezia Giulia e Calabria. La prima ha un'alta probabilità di essere contrassegnata come "ad alto rischio" mentre a Reggio, Crotone e dintorni restano nella fascia bassa di pericolo.
I dati, stando al documento, dicono che in Sardegna in due settimane i nuovi casi sono aumentati del 73,3%. Una crescita importante, certo, che però va rapportata al basso numero di positività che veniva rilevato nella fase finale di ottobre.
In più, anche per valutare l'applicazione di restrizioni paventata per altre regioni, c'è da sottolineare il bassissimo impatto sugli ospedali della crescita dei contagi rilevati: le terapie intensive sono occupate solo al 3,9%, i reparti di area medica al 2,9%. Un anno fa esatto la situazione era da allarme rosso: i pazienti gravi erano quasi 60 e i ricoverati con sintomi erano 424 (oggi sono 47). Cosa è cambiato? C'è il vaccino.