CAGLIARI. Novantasei nuovi casi. In Sardegna il numero di positività quotidiane è salito improvvisamente rispetto al trend delle ultime settimane. Anche se qualche segnale si era già intravisto nei giorni scorsi, quando per ben due giornate si era andati oltre i 50 contagi.
Per ora la maggiore circolazione virale, certificata dai bollettini, ha avuto solo un leggero impatto sugli ospedali: sono solo 7 i ricoverati con sintomi in più rispetto a ieri e nessuno in terapia intensiva.
Il muro di oltre due milioni e mezzo di dosi di vaccino somministrate sembra reggere. Ma restano ancora 235.636 sardi di oltre 12 anni che non ne hanno ricevuto nemmeno una. E quasi 200mila sono over 30. Una fetta di popolazione fertile per la circolazione del virus che, se si pensa all'immediato futuro e alla stagione fredda, fa guardare con meno ottimismo all'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità, pubblicato oggi, che tratteggia la Sardegna come una delle regioni meno colpite dalla nuova ondata.
L'indice Rt nazionale schizza al di sopra dell'1, trascinato dalla crescita in tutte le regioni. Ma la Sardegna ha un tasso di replicabilità virale pari a 0,76, il secondo più basso d'Italia: significa che le proiezioni non danno un picco imminente di contagi sintomatici. Anche se i numeri sono in crescita.
L'incidenza resta la seconda più bassa del Paese e si attesta a 19,3: tre punti superiore rispetto a quella di ieri. Se non c'è da allarmarsi, un elemento però è chiaro: la curva epidemica si è invertita, anche in Sardegna. E sta risalendo, anche se è ben lontana da livelli di guardia.