CAGLIARI. La Sardegna è la prima regione d'Italia per vaccinazioni tra i ragazzi tra i 12 e i 19 anni, quindi dei giovani in età scolare. E anche con le dosi somministrate tra il personale scolastico non è messa per niente male. Lo certifica l'ultimo report della Fondazione Gimbe, che analizza l'andamento della campagna di immunizzazione tra i ragazzi e le sue conseguenze sulle attività didattiche.

L'Isola primeggia per iniezioni e responsabilità tra giovani e giovanissimi. Secondo il dossier, i dati fino al 25 ottobre dicono che solo il 19,6% degli studenti sardi non ha ricevuto nemmeno una dose: il 74,6% ha completato il ciclo, mentre il 5,8 ha fatto la prima ed è in attesa della seconda. Il territorio peggiore è quello della provincia autonoma di Bolzano, dove non si è mai presentato in un hub il 43,8% degli studenti.
Tornando da questa parta del Tirreno, la Sardegna risulta essere a un buon punto di immunizzazione anche tra i dipendenti della scuola: risulta non aver ricevuto nemmeno una inoculazione solo il 4,9% del personale. Uno su venti lavoratori, quindi, ha finora rifiutato il vaccino. E se non è stato sospeso, continua a prestare servizio con un tampone ogni 48 ore. Fatta salva la presentazione di certificati di malattia, spesso farlocchi.

Per vitare pericolosi ritorni alla Dad, però, per il Gimbe non basta la massiccia campagna vaccinale, ma "occorre parallelamente eseguire screening periodici sistematici e implementare interventi di sistema che garantiscano una adeguata aerazione e ventilazione dei locali scolastici".