CAGLIARI. La lingua blu è tornata a colpire negli ovili della Sardegna. Coldiretti, alla luce del moltiplicarsi dei focolai, chiede la vaccinazione immediata del bestiame ma c'è un fronte di pastori che si oppone. Gira un documento, firmato genericamente "pastori", che annuncia tensioni nel caso in cui i sindaci dovessero emettere delle ordinanze per la vaccinazione coattiva.
Eccolo.
Non c'è pace per i pastori.
Dopo la crisi economica e la battaglia per il prezzo del latte, dopo le denunce e i processi, non bastavano i problemi dati dal Covid, la pestilenza delle cavallette, la devastazione degli incendi, i rincari di mangimi e foraggio, l'attesa infinita dei ristori sempre promessi e mai pagati, ed ecco che adesso torna l'incubo della malattia più temuta da parte degli allevatori: la "lingua blu", la febbre catarrale che colpisce gli animali e si diffonde tra i capi di bestiame, in particolare quello ovino.
Una malattia mai completamente debellata e che quindi, in quelle zone non ancora interessate, può essere prevenuta attraverso una campagna di vaccinazione intelligente ed efficace.
Adesso invece i pastori lamentano la mancata tempestività degli interventi sanitari, in quanto il sistema veterinario della Regione Sardegna unitamente al Servizio di Sanità Animale della ASSL, pretendono di far vaccinare il bestiame proprio ora che i focolai di contagio sono accesi, comportando anche il divieto di movimentazione dei bovini.
Ed è estremamente nociva la vaccinazione eseguita ora che è periodo di monta, perché comporta da una parte l'effetto indesiderato di far cessare lo stato di calore dell'animale, e dall'altro la perdita dei nuovi capi, data l'altissima incidenza nelle agnelle vaccinate gravide, di aborti, malformazioni e mortalità.
I pastori perciò contestano che si proceda alla vaccinazione indiscriminata, senza previo controllo delle condizioni di ogni singolo animale, e si oppongono anche all'obbligo di collaborazione durante lo svolgimento delle operazioni di profilassi, perché non intendono prestarsi a contribuire al danno sicuro che deriva al proprio allevamento, non tanto dal minacciato contagio della "lingua blu", quanto invece dal sicuro mancato pagamento dei risarcimenti per la perdita dei capi a causa della vaccinazione, dovuti dall'assessorato ancora moroso anche per le annate precedenti.
Per questo i pastori non escludono di intraprendere forti azioni di contrasto che si rendano opportune in caso di ordinanze dei sindaci sulle aziende interessate dalla vaccinazione coattiva.
I pastori infine annunciano di voler dare incarico ad un legale per chiedere la dovuta tutela da parte dell'Autorità giudiziaria sulle molteplici richieste di risarcimento dei gravissimi danni subiti, contro chiunque si renda responsabile di questi interventi scellerati.