CAGLIARI. Tre nuovi ingressi in terapia intensiva in Sardegna. Ieri sono stati 4. E nei giorni precedenti 2 ogni 24 ore. Questo il trend dei ricoveri per Covid nei reparti ad alta intensità di cura in Sardegna. Dati che non fanno crescere in modo proporzionale il numero di posti letto occupati solo perché chi arriva a quello stadio spesso muore. E le due nuove vittime di oggi si aggiungono alle tre di ieri. Poi, per fortuna, ci sono anche le dimissioni, con il trasferimento in area medica.
Se in terapia intensiva risulta usato il il 12,3% dei posti disponibili, 25 in tutto, i ricoverati con sintomi (saliti a 228) utilizzano il 14,2% di quelli a loro dedicati. Sia chiaro: il totale di circa 1600 letti è solo sulla carta, previsto da un piano dell’Ats. I letti vengono via via convertiti quando è necessario. Cioè: erano posti usati per patologie ordinarie che vengono poi destinati ai Covid. Come successo oggi al Santissima Trinità. Dove un padiglione usato per la vaccinazione dei fragili ora ospita i positivi ammalati. Che sono sempre di più: come dimostrano le curve monitorate da Agenas, sono raddoppiati nel giro di due settimane ad agosto, il mese più caldo. Inevitabile, visto che nelle sole ultime 24 ore sono stati rilevati 424 nuovi contagi. Per il secondo giorno consecutivo la Sardegna resta sopra quota 400.
L’incidenza è alle stelle, i pazienti aumentano. Ma non tanto da far entrare l’isola in zona gialla: il superamento della soglia è lì, a un soffio. Ma la “condanna” dovrebbe spettare solo alla Sicilia: domani decide la cabina di regia.