VILLASIMIUS. Stop definitivo al piano di ampliamento del Timi Ama, l'hotel a due passi dal mare di Villasimius. Lo ha imposto il Consiglio di Stato che ha visto nello stagno di Notteri una barriera insormontabile opposta alla crescita dell'albergo.
La vicenda nasce nel 2010, quando la società titolare della struttura presenta in Regione un progetto di ampliamento sulla base del Piano casa, varato nel 2009 con la legge 4. Dalla regione rispondono nel 2012. E scrivono che "la zona dell’area stagnale interessata risulta di proprietà del demanio marittimo. Trattandosi di opere poste all’interno della fascia di 300 metri dalla linea di battigia in zona turistica F, “l’incremento volumetrico ammissibile dovrà essere contenuto all’interno del 10% della volumetria esistente al 31 marzo 2009”.
Quindi negli uffici pubblici la riva dello stagno viene considerata come la linea di battigia del mare. Perché, è la tesi, lo specchio d'acqua è connesso col mare. Da qui discende la limitazione all'aumento di cubature. Una presa di posizione che non piace ai proprietari del Timi Ama. E nemmeno a quello della società cala Giunco, titolare di un hotel lì vicino, che decidono di prendere posizione nel ricorso che viene presentato al Tar.
I giudici sardi condividono la posizione della Regione e respingono il ricorso. Ma non è finita. C'è l'impugnazione al Consiglio di Stato. Il tribunale d'appello dà incarico a un perito per stabilire se lo stagno di Notteri debba essere assimilato o no al mare. Se sì, allora il Timi Ama sorge nella fascia dei 300 metri e c'è poco da fare.
Il professionista incaricato si esprime. Per il Consiglio di Stato "le conclusioni della verificazione non hanno carattere univoco", ma le circostanze accertate "confermano la correttezza e legittimità dei provvedimenti impugnati. In particolare risulta accertato sia il collegamento libero e diretto dello stagno con il mare, sia che le attività di pesca, balneazione etc. non sono oggettivamente impossibili, ma che le stesse sono impedite esclusivamente dalla pluralità di vincoli che caratterizzano il sito".
E i vincoli, per il Consiglio di Stato, valgono anche per il Timi Ama, che viene condannato anche "alla rifusione delle spese di giudizio in favore della Regione autonoma della Sardegna che liquida complessivamente in euro 5.000 euro".