CAGLIARI. Cabina di regia oggi. E consiglio dei ministri tra stasera e domani. Poi dovrebbe arrivare il nuovo decreto che cambierà il criterio di valutazione del rischio delle regioni che salverà la Sardegna (e non è l'unica regione) dalla zona gialla alla quale, con gli attuali parametri, sarebbe condannata da lunedì 26 luglio.
Non sarà più solo l'incidenza dei contagi a pesare sull'eventuale uscita dalla bianca, ma verrà preso in considerazione anche il tasso di occupazione dei posti letti. Le posizioni di regioni e governo sono distanti sulle percentuali. Gli enti locali, riuniti ieri, hanno chiesto che il tetto per far scattare le restrizioni sia del 15% per le terapie intensive e del 20 per la degenza ordinaria. L'esecutivo Draghi avrebbe proposto soglie, rispettivamente, del 5 e del 10. Il confronto è aperto.
LO SCENARIO SARDO. Da questa parte del Tirreno si spera che il provvedimento arrivi in fretta. Perché venerdì verranno prese le decisioni per la settimana prossima. E il contagio nell'Isola vola.
L'incidenza dei contagi, a ieri, era a 64,4. Limite della zona bianca: 50. Sardegna ben al di sopra, con una progressione mostruosa. Il dato più preoccupante nella Città metropolitana di Cagliari: l'indicatore è a 147,6, seconda provincia peggiore d'Italia. Con il capoluogo che, lo ha detto il sindaco Paolo Truzzu, con gli attuali criteri finirebbe in zona rossa in pochi giorni.

Ma a fronte di un enorme crescita delle positività, restano stabili i ricoveri. Le terapie intensive sono occupate all'1% (tre pazienti presenti). Mentre le degenze ordinarie al 4%. Ben al di sotto anche delle soglie più restrittive sulle quali sembrano orientati a Roma.
