ORISTANO. Undici decreti penali di condanna sono stati emessi dalla procura di Oristano contro undici pastori che avevano preso parte alla battaglia del latte. Gli episodi contestati risalgono al 19 febbraio di quell'anno e riguardano azioni di protesta ad Abbasanta e Siamanna. Il provvedimento della Procura, che prevede il pagamento di somme che vanno dai 9mila ai 10mila euro per gli allevatori, è stato emanato senza contraddittorio: la magistratura lo emette quando ritiene di avere in mano prove così schiaccianti da non dover nemmeno passare per un processo.
Ma i pastori senza bandiere, principali animatori della rivolta di quelle giornate, non ci stanno. E in una nota scrivono: "Quale condanna può esserci quando i processi per stabilire la verità dei fatti sono ancora tutti da iniziare? In questo modo per i pastori non finiscono le umiliazioni, perché sono trattati peggio di certi soggetti pericolosi, colpevoli di gravi reati, che sempre più spesso restano liberi e senza pena, mentre al contrario, la protesta per mantenere il posto di lavoro, per ottenere un prezzo dignitoso e rispettoso della fatica e dei sacrifici di un'intera categoria, viene punita e avvilita, allo scopo di annientare le rivendicazioni dei lavoratori".
I "Pastori senza bandiere" però sono convinti "che la verità e la legittimità della protesta sarà dimostrata in tribunale e non si lasciano scoraggiare: respingono le accuse e rinnovano il sostegno a tutte le decine di allevatori denunciati e multati per migliaia di euro. Per questo il movimento "nell'interesse degli imputati sollecita la Procura di Oristano a definire presto le indagini e a fissare i processi, perché dopo due anni e mezzo è arrivato il tempo di chiudere una vicenda in sospeso, dove gli unici ad essersi avvantaggiati sono solo i politici, quelli capaci di promettere mari e monti, senza mantenere la parola. Ormai la fiducia è finita, la lezione è servita".