CAGLIARI. La notizia positiva, perché oggettivamente "buona" non la si può definire: ieri in Sardegna sono state somministrate 13.774 dosi di vaccino, con un incremento rispetto alle giornate precedenti, quando si viaggiava intorno a quota diecimila con tendenza al ribasso. L'11 maggio, per capire, non si è arrivati a novemila. Un trend lontano da quello che era stato posto come obiettivo dal generale Figliuolo in occasione della sua visita al polo della Fiera: "Arriveremo a 17mila dosi al giorno", aveva detto il commissario governativo in divisa.
La notizia cattiva invece è che la Sardegna si conferma ultima regione per distribuzione del vaccino. E il divario con le altre regioni continua ad aumentare. Delle 808.440 dosi a disposizione dell'isola, solo 65.727 sono state inoculate. L'80,6%. La seconda regione peggiore d'Italia, la Calabria, è all'83,9%. E se al momento sembra inarrivabile il Veneto, primo della classe, con il 93,8% delle dosi già somministrate, si amplia il divario anche rispetto alla media nazionale. In Italia è stato somministrato in media l'89,5% delle fiale consegnate: quasi dieci punti sopra il dato della Sardegna. Dove sono stati vaccinati poco più di 188mila residenti.
Le liberalizzazioni della zona gialla, con un percorso avviato verso la bianca, verranno attuate con la popolazione più scoperta sul fronte dell'immunizzazione dal virus. Lo scatto potrebbe arrivare dall'avvio dell'utilizzo del sistema di prenotazione di Poste Italiane: in solo mezz'ora ieri sono arrivate 10mila richieste, compresi gli over 50. Ora il passaggio successivo è l'iniezione con la siringa. "E su questo fronte", ha detto il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, che chiede aperture totali e abolizione del coprifuoco, "la Sardegna è ancora carente".