CAGLIARI. Meno 32,9%: la Sardegna è la regione italiana dove si è registrata la maggiore riduzione di nuovi contagi nell'arco di una settimana. Un dato più che doppio rispetto alla media nazionale, del 13,4%. Questo il dato più macroscopico del report della Fondazione Gimbe, che ha analizzato l'andamento dell'epidemia in Italia tra il 28 aprile e il 4 maggio. In discesa anche il numero degli attualmente positivi, 1020 ogni 100mila abitanti. Ma questo è un dato da considerare poco significativo: a lungo nell'Isola non venivano conteggiati come guariti coloro che avevano superato i 21 giorni dal giorno del tampone. Il sistema è stato aggiornato solo di recente.
Il crollo del trend dei nuovi casi si accompagna a quello dell'incidenza, quindi del numero dei nuovi contagi ogni 100mila abitanti nell'arco dei sette giorni: il dato è a 68. (qui la notizia)

Sul fronte delle notizie non buone c'è il dato legato alla campagna vaccinale: con il 23,7% la Sardegna è la terzultima regione per copertura della popolazione. E solo il 10,1% ha ricevuto la seconda dose. Hanno fatto peggio solo Calabria e Sicilia.
Il dato dei vaccini però non pesa sull'assegnazione della fascia di rischio e le conseguenti restrizioni. Influiscono, o dovrebbero farlo, i contagi e la diffusione del virus. L'isola ha parametri da zona gialla, la Regione insiste per il passaggio a partire da lunedì 10 maggio. Ma l'ordinanza del ministro Speranza che impone restrizioni da arancione, entrata in vigore il 3 ha una valenza di 15 giorni. C'è la dicitura "fatta salva la possibilità di una nuova classificazione", ma le indiscrezioni che arrivano da Roma non sono favorevoli: la cabina di regia nazionale, che si riunirà domani, avrebbe già fatto trapelare che l'Isola non passerà in zona gialla. Anche se i numeri sono bassi. Si rischia quindi una interpretazione restrittiva del decreto. I bar e ristoranti resterebbero chiusi, si potrebbe ancora circolare solo nel proprio comune. Fatte salve battaglie politiche il cui esito è imprevedibile.