CAGLIARI. La Sardegna va verso la zona rossa. Se l'ufficialità si avrà solo domani, quando verranno resi pubblici gli esiti del monitoraggio della cabina di regia, al momento ci sono solo le indiscrezioni - fondate e non smentite - sulle comunicazioni che sono arrivate da Roma, sede del ministero della Salute, a Cagliari, sede dell'assessorato della Sanità. A condannare l'Isola a due settimane di lockdown sarebbe un indice Rt superiore all'1,25, soglia considerata limite che, una volta superata, fa scattare le massime restrizioni.
L'Rt è il parametro che indica il potenziale di moltiplicazione del contagio. E risulta in salita (era a 1,18 nell'ultimo monitoraggio) anche se l'incidenza dei nuovi positivi su 100mila abitanti nell'arco dei sette giorni è in calo per la regione, ma non su tutti i territori.
Ma cosa è esattamente l'indice che - insieme ai numerosi focolai e all'incremento del numero assoluto dei casi - rischia di sbarrare la Sardegna? In sintesi: indica quante persone possono essere contagiate da un infetto in un determinato periodo di tempo. E monitorare così l'andamento di un'epidemia.
Molti istituti lo calcolano e online si trovano numerose proiezioni. Anche molto diverse tra loro. Questo perché esistono (almeno) quattro metodi di calcolo: Bettencourt-Ribeiro-Systrom, b) Wallinga-Teunis c) una versione di (b) sviluppata dal Robert Koch Institute e d) una seconda versione di (b), EpiEstim, sviluppata dall’ Imperial College. L'Istituto superiore di Sanità, che collabora con la Fondazione Bruno Kessler, utilizza quest'ultimo, ritenuto il più affidabile. Il calcolo si basa su dati che non sono a disposizione del pubblico. Un esempio? Parte dal numero di sintomatici in un determinato periodo e non considera gli asintomatici, che vengono intercettati attraversi screening. Attraverso algoritmi e formule precise, che valutano anche, per esempio, il tempo intercorso tra l'insorgenza dei sintomi e il tampone, si arriva all'Rt. Che prescinde dal numero die nuovi contagi che tutti leggiamo sui bollettini.
In più l'Rt per essere calcolato ha bisogno di basi di calcolo consolidate, quindi fotografa una situazione precedente - di una decina di giorni - a quella che si sta vivendo. Per questo può sembrare strano che la Sardegna vada in zona rossa quando l'incidenza dei nuovi positivi su 100mila abitanti, nell'arco dei sette giorni, è in calo. L'apice, finora, è stato raggiunto il 5 aprile, quando si è arrivati a contarne 148. Oggi è sceso a 129. Con differenze, però, tra le province. Se il Sud Sardegna è in fondo alla classifica nazionale (con numeri quasi da zona bianca) continua a salire l'Oristanese. Mentre l'indicatore è in forte calo nel Nuorese, che aveva sforato quta 250.
LA FOTO IN COPERTINA, DEL BASTIONE VUOTO: DIETRICH STEINMETZ
- E.F.
- News