ROMA. “In Sardegna hanno fatto un ottimo lavoro con lo screening della popolazione, ma il sistema attuale la penalizza”, lo afferma il virologo Andrea Crisanti nel corso della trasmissione Accordi e Disaccordi in onda stasera.
“In Sardegna hanno fatto delle micro zone rosse dove c’erano i focolai e hanno testato tutti. Ora questa operazione ha fatto scoprire un numero di casi importante è chiaramente è successo che così hanno sforato la così detta soglia dei 250 casi per 100mila abitanti per settimana. Penso che questo numero sia troppo elevato. Secondo me dovrebbe esserci un aggiustamento da questo punto di vista premiando chi si sforza di fare più test. Così si scoprono più casi per poi avere dinamica in discesa. Viceversa, chi non fa screening avrà casi in salita perché inizialmente non scopre nulla”, ha aggiunto.
Per il giornalista Andrea Scanzi, anche lui interpellato nel corso della trasmissione, “la Sardegna è stata proclamata bianca troppo presto, è diventata arancione in un balzo”, ha detto. “C’è sicuramente una frenesia comprensibile a voler riaprire, è sicuramente umano ma non ce lo possiamo permettere. Per me c’è anche un problema politico. Noi siamo dentro emergenza e abbiamo governatori che sono in grado di gestirla e altri che non sono in grado. Quello che succede in Lombardia è un esempio”.
“Questo sistema a colori è una coperta corta. Nel momento in cui tu pretendi di partire immediatamente con una serie di aperture senza avere un dato stabilizzato paghi”, afferma Massimo Galli, primario di malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano.
“Se poi ci arriva anche qualche nuova variante con caratteristiche di ampia diffusibilità è evidente che le cose non possono che peggiorare. Sono quasi mortificato nel dover continuare a dire delle banalità: non puoi mettere il sistema di aperture e chiusure come Monti il timer di un orologio, è un’altra storia, hai bisogno di consolidare determinate realtà e osservazioni. Poi hai bisogno di vaccinare, vaccinare e vaccinare. Il punto è che adesso di vaccino non ce n’è stato un granché”, ha concluso.