CAGLIARI. Sono 414 i casi di variante, soprattutto inglese (gli altri sono comuni in tutta Europa e non hanno una rilevanza epidemiologica) scoperti dal laboratorio dell’Azienda Ospedaliero Universitaria del Policlinico, unico presidio adibito nel sud Sardegna alla ricerca delle mutazioni del virus. I numeri, tra coronavirus e sua variante Uk, sono in aumento. “Ci sono dei momenti in cui i contagi aumentano, e momenti in cui i contagi si stabilizzano”, precisa Ferdinando Coghe, direttore Laboratorio del Policlinico, “a oggi la Sardegna conserva una bassa prevalenza della circolazione del virus ma che ha visto anche la comparsa delle varianti che hanno un peso sotto il profilo epidemiologico in prospettiva per ciò che può succedere per quanto riguarda i vaccini e altre situazioni”.
Ma attenzione, perché un domani si potrebbe scoprire la presenza di altre varianti “che possono creare problemi anche per le vaccinazioni”. Tuttavia la Sardegna si trova in una posizione privilegiata rispetto ad altri territori. “Perché la mutazione del più tradizionale coronavirus è arrivata dopo, tra i casi, il 15 per cento è riconducibile alla variante”. Ciò che bisogna fare, secondo Coghe, è proseguire con i vaccini e un tracciamento costante. Le aree dove si registra un incremento maggiore di contagi sono il cagliaritano, il guspinese, Sarroch, il Sulcis e la zona di Sanluri.