CAGLIARI. Ci sono voluti appena due giorni, tra Tar e Consiglio di Stato, per smontare la tesi dell'avvocato sardo Francesco Scifo - propugnatore della zona franca integrale - secondo la quale i tamponi agli arrivi in Sardegna sarebbero illegittimi e quindi da bloccare. Ieri il tribunale amministrativo sardo aveva respinto la sua richiesta, oggi la stessa risposta è arrivata al Consiglio di Stato, al quale si era rivolto in appello.
Una doppia batosta che, anzi, a leggere i provvedimenti, legittima le pratiche introdotte con l'ordinanza del presidente della Regione Christian Solinas. L'avvocato aveva chiesto una sospensiva d'urgenza perché sosteneva si trattasse di "esami invasivi (tamponi molecolari obbligatori), trattamento dati sensibili non autorizzato e ulteriori restrizioni alla libertà personale, di circolazione e trattamenti sanitari soggetti a riserva di legge ai viaggiatori che sbarcano nella regione con ogni mezzo".
Il Consiglio di Stato ha risposto che "il carattere di “invasività” e pericolosità di misure precauzionali, quali il tampone molecolare, è smentito dalla circostanza pacifica che non sono emersi, dopo circa dodici mesi dall’esplosione pandemica e la somministrazione di milioni di tamponi sia molecolari che antigenici, evidenze scientifiche tali da superare, a fronte del possibile limitato disagio di chi si sottopone alla misura precauzionale, il beneficio evidente, e prioritario, per la salute pubblica, consistente nella tracciatura e prevenzione – per i tamponi – e nella immunizzazione – per i vaccini – sicché la misura regionale contestata, che ha permesso sinora di garantire alla Sardegna da alcune settimane un costante livello assai limitato di contagio, appare coerente con gli obiettivi primari di precauzione che le autorità statali e regionali sono obbligate a perseguire".