CAGLIARI. La Sardegna si conferma all'interno di parametri da zona bianca. Ma rispetto all'ultima rilevazione della cabina di regia, di Iss e ministero della Salute, datata venerdì 5 marzo, sale l'incidenza del numero dei contagi ogni 100mila abitanti, parametro cruciale per stabilire l'imposizione, o meno, delle restrizioni. La causa? Ciò che sta succedendo nella città metropolitana di Cagliari, composta da 17 comuni, che si trova ben oltre la soglia dei 50 casi limite della zona bianca.
I numeri sono forniti dalle puntuali e aggiornatissime tabelle create dal professor Paolo Spada, chirurgo vascolare all’Humanitas Research Hospital di Milano, diventato famoso come il medico dei dati. È lui l'autore su Facebook delle "Pillole di ottimismo" che ogni giorno illustrano agli italiani come leggere correttamente i numeri dell'epidemia. Descrive tutti: andamento dei contagi suddiviso per provincia, i risultati dalle restrizioni, l'indice Rt, la distribuzione delle vaccinazioni, i ricoveri. Spada contestualizza tutto.

Guardando alla Sardegna, i suoi numeri dicono che nella settimana fino all'8 marzo, in Sadegna la media è di 35 casi ogni 100mila abitanti. Ben al di sotto della soglia considerata pericolosa perché non viene garantito il tracciamento. Ma rispetto ai sette giorni precedenti il dato è salito del 19%. Tornando indietro, si scopre che al 26 febbraio ogni 100mila abitanti c'erano solo 26 casi come trend settimanale.
Quindi il virus ha ripreso a circolare in tutta l'Isola? Osservando lo stesso parametro, ma sulla base della divisione territoriale, si scopre che no, in tutta la Sardegna la circolazione virale resta bassa. Tranne che nella città metropolitana di Cagliari: qui la media dei casi è di 64 ogni 100mila abitanti. Oltre il limite. Ad abbassare la media sarda c'è la provincia di Oristano, con 13 casi. Segue il sud Sardegna con 22, Sassari con 28. A Nuoro sono 33.
La media quindi resta sotto soglia. Ma il coronavirus pare circolare un po' troppo intorno al capoluogo.