CAGLIARI. La Sardegna torna in zona gialla. Lo certifica il report dell'Istituto superiore di Sanità pubblicato dal ministero della Salute, che riguarda la situazione delle regioni fra il 25 e il 31 gennaio. A permettere il passaggio nella fascia con meno prescrizioni è quella espressione, "rischio basso" che si legge nella penultima colonna a destra della tabella sopra. C'è poi l'Rt, che si attesta allo 0.75. Si è ridotta l'incidenza di positivi per 100mila abitanti: sono 139,61. Non ci sono inoltre allerte segnalate dal sistema sanitario, che vede svuotarsi le terapie intensive (oggi è occupato poco più di un letto su dieci).
C'è però un'altra tabella. Che fa emergere delle criticità, legate soprattutto a un flusso di dati definito "non affidabile". La Sardegna ha dichiarato un calo del 22,9% del "numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID- 19 per giorno".
Il problema è che accanto a questa percentuale compare un asterisco: significa che l'Iss ritiene non affidabile l'indicatore, per ritardo da parte del sistema sanitario regionale nella trasmissione dei dati. Il dato in rosso (16,4%) indica inoltre un incremento dei casi segnalati nell'arco di 14 giorni.
