CAGLIARI. "Rispetto la sentenza del Tar, come ogni altro pronunciamento della Magistratura, ma sono certo che le ragioni della Sardegna fossero prevalenti sulle argomentazioni puramente tecnicistiche e farisaiche avanzate dal ministero". Così il presidente della Regione Christian Solinas commenta il rigetto della richiesta di sospensiva da parte del tribunale amministrativo, che lascia la Sardegna in zona arancione fino al prossimo monitoraggio della cabina di regia: venerdì il report, l'eventuale passaggio in zona gialla dopo il weekend.
"Abbiamo condotto una battaglia difficile, ma sono orgoglioso di avere difeso gli interessi legittimi della Sardegna, che faremo emergere anche nella discussione di merito", continua il governatore, sottolineando il pesante danno economico arrecato al tessuto produttivo isolano a causa della chiusura imposta a numerose attività, sulla base della classificazione della fascia di rischio.
L'intervista all'assessore Mario Nieddu
"Ricordo ancora una volta che dietro i colori assegnati da certi moderni “Dottori della Legge”, aggiunge, "ci sono i volti delle persone sofferenti, le attività economiche e produttive in crisi che hanno faticato in questi mesi per restare in vita e assicurare un futuro ai propri titolari e dipendenti. I dati ufficiali e il confronto con gli indicatori di altre regioni in zona gialla attestavano l'ingiustizia del provvedimento adottato. Erano già stati attivati numerosi nuovi posti in terapia intensiva e l'indicatore RT non è mai stato tale da giustificare la collocazione in arancione. Ed anche l'ultimo rapporto Gimbe confermava una situazione pienamente sotto controllo e in continuo miglioramento. Il Ministro era stato sordo alle nostre ragioni", conclude Solinas, "e non ci era stato consentito di esprimere i nostri elementi di valutazione, che certo avrebbero consentito di pervenire a conclusioni differenti. Questa sentenza, conclude il presidente, conferma purtroppo una decisione arbitraria di uno Stato ostile alla Sardegna".