CAGLIARI. Anche in Sardegna si torna tra i banchi dopo tre mesi di didattica a distanza. Oggi il suono della campanella era per 37mila studenti perché in aula si inizia con il 50 per cento della presenza. Il resto dei ragazzi (in tutta l’isola se ne contano 73mila) dovranno seguire le lezioni online, poi si alterneranno ogni settimana.
“Siamo tutti contenti, la didattica a distanza non è stata facile per nessuno perché abbiamo dovuto tutti trovare nuovi metodi, sia di studio, sia per i professori che si sono dovuti adeguare a un insegnamento diverso, l’attenzione quando siamo a casa cala”, dice Giulietta Sanna che frequenta la quinta b del liceo classico Siotto, “purtroppo non è la stessa cosa, oggi dobbiamo fare i conti con mascherine, distanziamento, banchi singoli, non posso più stare con la mia compagna di banco”.
Tra i ragazzi in viale Trento, in attesa di varcare il cancello, c’è anche chi si lamenta dei trasporti, nonostante l’associazione che rappresenta le aziende private di trasporto pubblico locale e noleggio autobus, proprio in vista della riapertura delle scuole, ha messo a disposizione 250 mezzi. “Siamo qui da tre quarti d’ora perché i pullman non sono organizzati bene, quindi dobbiamo venire a scuola presto, e sperare che i nostri genitori ci accompagnino”, dice Alice Serra che frequenta la quinta i del liceo Siotto, “stesso discorso al rientro, usciamo alle 15, molti compagni dovranno attendere due ore prima di tornare a casa. Troppi pochi controlli e i pullman erano strapieni anche oggi”. E dove c’è assembramento, riaffiora la paura del virus anche in un periodo in cui i contagi sono in calo.
“Ho paura per la mia famiglia, i miei nonni, per tutti”. Non nasconde i suoi timori neanche Daniele Meloni, lui frequenta la quinta B dello stesso liceo. “Il rientro a scuola è sempre piacevole per gli studenti, ma le condizioni non sono le più sicure, anche rimanendo a un metro di distanza dai miei compagni e con la mascherina, se una persona della mia classe dovesse contrarre il covid, dovrei fare la quarantena anche io”. Lo studente, che è arrivato in pullman da San Sperate, ha assicurato che il viaggio “è stato molto più sicuro rispetto a settembre, la situazione è migliorata e abbiamo anche due linee in più”. Matilde Siddi Pillai, rappresentante d’istituto del Siotto, mentre attende il suono della campanella insieme ai suoi compagni, dice che il rientro a scuola “è una conquista, anche se stare tutti qua fuori non è il massimo, sono arrivata in pullman e non si è registrata una bella situazione come ci avevano promesso, era carico”.
Nessun volontario della protezione civile o alpini in pensione per evitare gli assembramenti davanti agli ingressi degli istituti (almeno al Siotto non c’erano), coordinava il tutto il dirigente in persona. “Le cose sono più complicate di quanto sembra, moltiplicare gli ingressi, cioè farne tre e poi quattro, richiede più controllo e più personale”, dice Aldo Pillittu che guida il liceo classico Siotto, “comunque tutto è andato in maniera abbastanza ordinata, adesso dobbiamo perfezionare alcuni aspetti e lavorare a raccordo con i trasporti che è la cosa più importante”.
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