CAGLIARI. No al tifo selvaggio, attraverso “iniziative che consentano di far emergere e recuperare alla legalità le organizzazioni dei violenti elaborando, in collaborazione tra tutte le componenti istituzionali, sociali, culturali e sportive, un piano di iniziative”. Era questo lo scopo dell'incontro in Prefettura, a Cagliari, convocato dalla rappresentante del ministero dell'Interno in città, Giuliana Perrotta, a un mese esatto dagli scontri di Sassari innescati dagli ultrà rossoblù in occasione di un'amichevole del Cagliari contro il Sorso. Una riunione dalla quale è uscita almeno una buona notizia: il progetto del nuovo stadio a Sant'Elia ha ricevuto oggi il via libera della Commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli, che ha sede proprio in Prefettura.
LINEA INGLESE. L'incontro di piazza Palazzo ha visto seduti allo stesso tavolo rappresentanti del mondo accademico, delle istituzioni e dello sport. All'insegna di un approccio british. Perché, come ha spiegato lo stesso prefetto all'Ansa, negli anni Ottanta l'Inghilterra “era la patria del tifo violento per eccellenza che ha fatto tanti morti, ma dal 1989 in poi dopo la strage dei tifosi hanno varato il piano Taylor: mettendo in campo una serie di azioni sono riusciti a sradicare questo tipo di manifestazioni". Simili a quelle viste a Sassari un mese fa: la cittadina del nord Sardegna è stata messa a ferro e fuoco da un manipolo di ultrà partiti da Cagliari.
PARTITA DEL CUORE. Su questa linea la Prefettura vuole attivare un tavolo permanente contro il tifo violento. Con una particolarità tutta sarda: bisogna mettere d'accordo la fazione cagliaritana e quella sassarese. Alla riunione c'erano il Cagliari calcio (per la società c'era Stefano Filucchi), la Dinamo con il presidente Stefano Sardara, il sindaco sassarese Nicola Sanna, il Comune di Cagliari con l'assessore allo Sport Yuri Marcialis, il prefetto sassarese Giuseppe Marani. E docenti universitari e antropologi: Maria Antonietta Mongiu, Bachisio Bandinu, Camillo Giuseppe Tidore e Silvano Tagliagambe. Era rappresentata anche la Chiesa, con padre Salvatore Morittu: forte della sua esperienza con i giovani disagiati, ha “auspicato un maggiore approfondimento del sostrato socio-economico che alimenta la violenza dei tifosi”. Il sindaco Sanna ha proposto, trovando il favore dei presenti, “una partita del cuore, tra personalità appartenenti al mondo istituzionale di Cagliari e di Sassari, con una raccolta fondi a favore del cittadino siciliano rimasto coinvolto e danneggiato gravemente negli scontri del 25 marzo”.
OK ALLO STADIO. Il ministero dell'Interno, insomma, cerca di puntare sulla rieducazione più che sulla repressione. La strada per raggiungere i risultati è di certo più lunga. Ma è un tentativo. A spianarla, confida la Perrotta, potrà contribuire “la realizzazione del nuovo stadio: il progetto è stato esaminato, proprio oggi, con esito favorevole, dalla Commissione di Vigilanza sui pubblici spettacoli che ha sede in Prefettura”.