ROMA. Si avvicina il momento della caduta del segreto sulla Cnapi, la Carta delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari. Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, i ministeri dello Sviluppo economico e quello dell’Ambiente, dai quali dipende tutta la partita da 2,5 miliardi di investimenti, avrebbero finalmente dato il nulla osta alla pubblicazione della mappa che indica i siti con caratteristiche compatibili con l'installazione della pattumiera nucleare.
Una carta che la Sogin ha tenuto riservata per cinque anni. Il consiglio di amministrazione della società di Stato che gestisce la dimissione delle centrali italiane si sarebbe riunito il 31 dicembre proprio per trattare l'argomento. E il conto alla rovescia sarebbe stato avviato. Salvo ripensamenti, che in questa vicenda sono stati continui.
La pubblicazione della Cnapi dovrebbe essere seguita da un periodo di consultazioni con le popolazioni delle aree interessate. Un lungo percorso - iniziato da anni, con investimento milionari in campagne pubblicitarie che non hanno portato a niente - che dovrebbe cercare di superare l'effetto Nimby: not in my back yard, non nel mio giardino. Pwerché nessuno vuole le scorie (presenti, passate e future) a due passi da casa. E inutili, finora, sono state le garanzie sulla massima sicurezza che caratterizzerebbe il sito di stoccaggio. La superficie necessaria è pari a 150 ettari: 110 per il deposito vero e proprio e 40 per il Parco tecnologico. Le barriere ingegneristiche previste dovranno garantire l’isolamento dei rifiuti radioattivi per più di 300 anni, ovvero fino al loro decadimento a livelli tali da non essere più nocivi per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Si tratterà di 78mila metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media attività.
Fondamentali, per la buona riuscita della costruzione, le caratteristiche del territorio: a bassa densità abitativa, isolato, non sismico, con garanzia di approvvigionamento idrico, non a rischio alluvione, al di sotto dei 700 metri e con pendenze inferiori al 10%. Caratteristiche che, sommate, sembrano una fotografia di vaste parti della Sardegna. Ma l'Isola, stando alle indiscrezioni, verrebbe esclusa per un altra ragione: in quanto tale intorno ha il mare. E i costi di gestione, per il trasporto, si gonfierebbero oltremodo. E sono già altissimi. Per avere certezze, però, è necessario attendere la Cnapi. E il momento della verità sembra essere vicino.