CAGLIARI. Caccia aperta martedì 8 dicembre in Sardegna. Anzi no, resta in vigore il silenzio venatorio del martedì. O forse non è così. La confusione è totale tra le doppiette dell'Isola, che assistono impotenti - e senza sapere se imbracciare o no i fucili - allo scontro fra Regione e ministero dell'Ambiente andato in scena ieri, senza che oggi siano arrivati chiarimenti ufficiali.
Succede questo. La mattina del 7 l'assessore all'Ambiente Gianni Lampis dirama una nota: " È opportuno ricordare che la Regione Sardegna ha competenza primaria in materia di caccia perciò", si legge, "essendo pervenuti numerosi quesiti e richieste di chiarimenti sulla giornata festiva di domani (martedì 8 dicembre), è bene precisare che l’attività venatoria si svolgerà regolarmente, anche con riferimento al cinghiale, seppure, per mero errore materiale, il Calendario venatorio regionale non riportasse la giornata dell’8 dicembre. Nel pieno rispetto della legge regionale, con le limitazioni previste dalla Costituzione e dallo Statuto, oltre a quelle derivanti dalle norme comunitarie”.
Ma a Roma non la pensano allo stesso modo. In serata è arrivata una diffida urgente firmata dal direttore generale del ministero dell'Ambiente Carlo Zaghi: "Si diffida", c'è scritto, "codesta regione dall'autorizzare qualsiasi attività in contrasto con le chiare disposizioni nazionali in materia, richiamando sin d'ora le precise responsabilità per il danno al patrimonio indisponibile dello Stato". E la norma nazionale dice che oggi, martedì, non si spara.
Che si fa? Se lo chiedono tutti. Stando a testimonianze che arrivano da varie zone della Sardegna, capita che la Forestale stia mandando a casa chi è rimasto alla prima comunicazione della Regione.
La fonte ufficiale di informazioni potrebbe essere il 1515, il numero della Corpo forestale. Ma dalla mattia presto "i nostri operatori sono occupati. Vi preghiamo di rimanere in attesa".
Il problema non è di poco conto. C'è chi potrebbe decidere di uscire lo stesso, ritenendo che si tratti di un problema che deve essere risolto tra Regione e ministero. Ma in caso di incidente, le assicurazioni pagherebbero?