CAGLIARI. Tanti, troppi sardi sono ancori chiusi in casa perché presentano sintomi riconducibili al covid o sono stati a contatto con persone positive. Sono in attesa di un tampone per capire se hanno contratto o no il virus. Ma I tempi sono lunghi. Per questo sbarca anche a Cagliari l’operazione Igea. I medici dell’Esercito lavorano con l’Ats in modalità drive through.
Da questa mattina alle 8 quindici operatori circa (un medico, due infermieri, e altri assistenti) fino alle 14, per 58 giorni, si trovano alla Fiera di Cagliari. Si presentano in macchina tutti coloro che sono stati segnalati dall’Azienda per la tutela della Salute e fanno il tampone, saranno circa 200 al giorno, si può arrivare anche a 300.
Alle 8 c’era già la fila di auto fuori dall’ingresso lato Coni. “Questo per aumentare la capacità del Paese di fare un maggior numero di tamponi e per processarli in maniera più veloce”, spiega Giulio Calvisi, sottosegretario di Stato alla Difesa, “pensiamo di poter dare un contribuito in tutto il periodo dell’emergenza”. Prossime tappe: il 26 a Oristano e il 24 a Nuoro, ma c’è anche un’Unità mobile che si sposta all’occorrenza come è avvenuto a Isili dove sono stati fatti 530 tamponi.
Intanto rimane ancora al palo per ora l’apertura dell’ospedale da campo di Nuoro. È prevista la settimana prossima, oggi i medici non bastano. Per questo arriveranno cinque medici e sei infermieri militari che andranno a Nuoro per garantire l’attivazione dell’ospedale sempre in collaborazione con l’Ats, questo consentirà anche di alleggerire la pressione del San Francesco.