CAGLIARI. Nubi nere - e non derivanti dall'inquinamento - si addensano sulla Saras, la gigantesca raffineria da migliaia di posti di lavoro che da decenni domina sul panorama del Golfo di Cagliari, versante Sarroch, e nel mercato internazionale della raffinazione del petrolio. Si prospetta la crisi, con la cassa integrazione per i dipendenti, e si muove l'Antiterrorismo.
Le notizie sono due. Entrambe cattive.
La prima è pubblicata su Repubblica oggi: i magistrati della Procura distrettuale Antiterrorismo di Cagliari indagano su una gigantesca fornitura di oro nero dei terroristi dell'Isis che sarebbe arrivata in Sardegna, con destinazione impianto dei Moratti. Dodici milioni di litri di petrolio comprati a buon mercato che avrebbero permesso alla Saras di spuntare un ottimo prezzo e ai terroristi di Daesh di finanziare la guerra santa che infuriava nelle terre del Califfato. In più, secondo la ricostruzione del quotidiano romano, si prospetterebbe un'evasione fiscale di 140 milioni di euro.
Tutto è successo tra il 2015 e il 2016, quando a Sarroch approdano 25 navi che avrebbero dovuto trasportare petrolio iracheno. Ma le bolle di accompagnamento sarebbero state poco ufficiali, scrive Repubblica. Che riporta la ricostruzione dell'affare effettuata dai pm Guido Pani e Danilo Tronci: un vorticoso giro di denaro che sarebbe passato attraverso società schermate, per finire nelle casse di Daesh. Per capire, i magistrati hanno inviato la Guardia di Finanza nelle sedi sarde e milanese della Sarlux, il 30 settembre, per una perquisizione e un'acquisizione di atti. Ci sono anche degli indagati.
L'affaire del petrolio dei terroristi era già stato trattato. L'azienda aveva sempre seccamente smentito. E anche oggi ribadisce la sua posizione. "Il nostro comportamento è stato inappuntabile", dicono dalla Saras. "Nessun illecito: abbiamo fornito tutta la documentazione alla magistratura, a cui ribadiamo fiducia e collaborazione".
Novità che contribuiscono a disturbare i sonni già poco sereni dei dipendenti e della galassia di ditte d'appalto che gravitano intorno alle ciminiere di Sarroch. Il Cda ha comunicato ai sindacati che lo stabilimento, per la prima volta nella sua storia, attiverà la cassa integrazione: il Covid ha determinato un calo dei consumi di prodotti di raffinazione del petrolio a livello mondiale. E le casse del colosso ne hanno risentito. Maggiori dettagli sulle procedure verranno resi noti a breve. Ma il meccanismo è avviato. Come l'inchiesta della magistratura.