CAGLIARI. "Andare in pronto soccorso per tutt'altri motivi e scoprire di essere positivi al virus, totalmente asintomatici e venire ricoverati". A raccontare cosa succede oggi dentro gli ospedali è l'infettivologo del Santissima Trinità di Cagliari, Goffredo Angioni, che da marzo fino ad oggi ha vissuto l'emergenza in prima linea e visto centinaia di pazienti lottare contro il coronavirus. Pazienti che oggi, come scrive in un post sui social, hanno lo stesso "sguardo carico di paura" di ieri. Anche se sono asintomatici. Perché arrivati in ospedale per altri problemi, magari anche gravi, all'improvviso "scoprono di essere positivi - spiega - e vengono accolti da uomini e donne in tute spaziali, isolati in una stanza, allontanati improvvisamente dagli affetti". E in quei momenti la paura non si può frenare. Perché, si sa, quando il virus attacca il corpo di un paziente che ha già altre patologie i rischi, e di conseguenze le preoccupazioni, aumentano.
"Quando accadrà vorrà dire che la situazione è grave", scrive l'infettivologo sardo, "Sta già accadendo". Da qui arriva l'unica raccomandazione, che da marzo ad oggi non è ancora cambiata ma fatica ancora, in molti casi, ad essere messa in pratica. "Mascherina,distanziamento,igiene delle mani", dice Angioni, "Ne va della salute di tutti e del nostro sistema sanitario regionale".