CAGLIARI. Domenica 20 e lunedì 21 i cittadini italiani sono chiamati alle urne per esprimersi sul referendum costituzionale, che propone il taglio del numero dei parlamentari. Per le amministrative bisognerà invece attendere il mese prossimo. I seggi si aprono domenica 20 settembre alle 7 del mattino e chiudono alle 23. Lunedì si potrà votare dalle 7 alle 15. Gli italiani vengono chiamati a votare sul numero dei parlamentari per la terza volta in 14 anni. Una battaglia del Movimento Cinquestelle per ridurre i costi, anche se il fronte pentastellato risulta spaccato (Andrea Vallascas e Mara Lapia hanno deciso di votare no al referendum), il sì secco arriva dalla collega sarda Emanuela Corda.
Chi vota per il no sostiene che più che un taglio economico possa essere invece un taglio alla democrazia e l’Isola sarebbe tra le Regioni più penalizzate. Nessun colore politico tra i sì e i no. Sul fronte nazionale Matteo Salvini si dice a favore del taglio dei parlamentari, ma la Lega in Sardegna ha una posizione netta (e opposta). “Diciamo no perché per ridurre i costi della politica non bisogna tagliare gli uomini”, ha detto il capogruppo in Consiglio regionale Dario Giagoni. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli D’Italia lascia libera scelta ai cittadini. Della stessa linea il capogruppo di Fratelli D’Italia in consiglio regionale Francesco Mura: “Non abbiamo paura di rivedere la capacità decisionale in parlamento, ma un ragionamento specifico bisogna farlo per la Sardegna, sarebbe la regione più penalizzata”. D’accordo con i grillini parte del Pd come la deputata Romina Mura. È per il no invece il collega di partito Andrea Frailis. Sullo stesso fronte anche il deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci che voterà “no”.