CAGLIARI. Dalle parole, d'accusa, dell'assessore alla Sanità Alessio D'Amato, al dossier inviato al ministero della Salute: la Regione Lazio dichiara guerra alla Sardegna e l'accusa di non aver fatto nulla, o quasi, per evitare la circolazione del coronavirus. A guardare i numeri dell'epidemia nell'Isola prima dell'arrivo in massa dei "continentali" Ci sarebbe da storcere il naso -. in Sardegna al 21 luglio si contavano 10 positivi in tutto - ma il documento stilato dagli uomini di Nicola Zingaretti racconta altro. Emerge che i test effettuati tra Civitavecchia, Fiumicino e Ciampino su coloro che rientravano dalle vacanze avrebbero rivelato 764 casi di positività connessi all'Isola. Di questi, "449 (il 59%) sono casi sintomatici". Persone che, quando sono state sottoposte al tampone, una volta arrivate a Roma, avevano già "tosse, febbre o bruciore agli occhi", ha spiegato l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, "È un tema preoccupante e adesso il ministero della Salute dovrà affrontarlo. Anche per questo abbiamo deciso di realizzare questo rapporto e altre analisi saranno elaborate nelle prossime settimane". Stando al dossier il 43% dei positivi è stato scoperto grazie al tracciamento dei contatti dei positivi accertati. Quindi un contagiato su due era sfuggito ai controlli al rientro.
Il consiglio regionale della Sardegna oggi prenderà posizione anche su questo: si discutono le azioni da porre in essere per contrastare la campagna denigratoria contro l'isola.