LONDRA. Il senatore del M5S Roberto Cotti è stato fermato ed espulso dal salone della Difesa britannica (il Dsei, Defence and Security Equipment International) mentre protestava in compagnia di alcuni pacifisti: dopo essere riuscito a entrare nel padiglione fieristico, il senatore sardo per alcuni secondi era riuscito a esporre alcuni manifesti di protesta: in uno di questi faceva riferimento proprio alle bombe sarde imbarcate all'aeroporto di Elmas (l'altro recava la scritta: "Italy Arms fuelling war in Yemen - immoral - illegal - incoherent").
L'obiettivo della protesta era lo stand della Rheinmetall, ovvero l'azienda tedesca a cui la Rwm Italia di Domusnovas fa capo. All'esterno del recinto fieristico della Dsei - nota come una delle fiere più importanti al mondo del settore militare, dove centinaia di aziende a diverso titolo producono e commercializzano armi di ogni genere e vengono messi in vetrina migliaia di strumenti di guerra e morte - nel frattempo, un centinaio di pacifisti venivano arrestati con l'accusa di aver turbato la circolazione stradale e occupato il suolo pubblico per aver tentato di bloccare l'afflusso di materiali ed equipaggiamento militare degli espositori. Cotti è stato quindi fermato per le operazioni di identificazione dalla security interna (in tenuta antisommossa) e poi espulso dal recinto fieristico.
"Mi hanno informato - ha dichiarato Cotti - che il mio nominativo farà parte di una sorta di black list e quindi mi sarà impossibile, d'ora in avanti, accedere a qualsiasi fiera che tratti armamenti. Mi sono fatto una bella risata: sappiano che sono pronto a ripetere il blitz, sappia la Rheinmetall che la protesta non finisce a Londra, figuriamoci se in Sardegna o nelle aule parlamentari dove tra breve verrà discussa una mia mozione che chiede al governo italiano un immediato embargo delle armi in Arabia Saudita. Mi dispiace solo di non essere riuscito a raggiungere anche lo stand "Leonardo" (ex Finmeccanica), dove avevo pianificato una più efficace protesta, questa volta contro il nostro Governo, complice dei crimini in Yemen a causa delle continue autorizzazioni che concede per l'export di armi in uno degli Stati più repressivi al mondo: l'Arabia Saudita".