CAGLIARI. È la Sardegna, finora, la regione che paga il prezzo più alto della pandemia per le ricadute sul turismo. Secondo i dati della Fipe Confcommercio nazionale la riduzione delle presenze si è attestata sull'80%. Contro Lazio e in Molise (-75%) e in Campania e Basilicata (-70%). Non va molto meglio in Friuli Venezia Giulia (-65%) e Sicilia (-60%), Calabria (-55%), Veneto e Abruzzo (-50%). Cali del 45% in Liguria e Marche, del 40% in Emilia Romagna e Puglia, del 30% in Toscana.
Comincia con il segno meno la stagione estiva 2020 sia a causa del Covid-19 che delle avverse condizioni atmosferiche, anche se le prenotazioni per luglio e agosto fanno ben sperare. "Per gli imprenditori balneari la stagione estiva - dice Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe Confcommercio - è iniziata in ritardo e con la concentrazione delle presenze nei fine settimana".
Le presenze rispetto allo stesso periodo del 2019 sono in calo in tutte le regioni: le perdite più gravi in Sardegna (-80%), nel Lazio e in Molise (-75%) e in Campania e Basilicata (-70%). Non va molto meglio in Friuli Venezia Giulia (-65%) e Sicilia (-60%), Calabria (-55%), Veneto e Abruzzo (-50%). Cali del 45% in Liguria e Marche, del 40% in Emilia Romagna e Puglia, del 30% in Toscana.
“La causa principale, anche per la nostra categoria, è stata la pandemia da Covid-19", spiega Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari "e la conseguente crisi economica, tanto che alcuni stabilimenti balneari questa estate hanno deciso di non aprire affatto perché non sarebbe stato remunerativo, con la conseguenza della perdita di diversi posti di lavoro, non solo stagionali”. A ciò si sono aggiunte le avverse condizioni atmosferiche, sempre più determinanti con il concentrarsi delle presenze nel week-end, per cui se si ‘perde’ la domenica si vanifica, di fatto, l'incasso dell'intera settimana". La maggior parte degli studiosi concorda che quest’anno "il turismo degli italiani sarà di prossimità, quindi gite di pochi giorni e nei pressi dei luoghi di residenza, ma sempre entro i nostri confini. Difficilmente potremo contare sugli stranieri: saranno davvero pochi quelli che sceglieranno di trascorrere le ferie nel Bel Paese, (sicuramente non americani, cinesi, russi e inglesi), penalizzando, di fatto, quelle località mete tradizionali di tedeschi, francesi, spagnoli e austriaci".
Ma le prospettive per luglio e agosto non sono così terribili, secondo le stime.