CAGLIARI. "Poiché è stato impossibile calcolare l'Rt, come invece ci era stato assicurato, per 363 comuni su 377, siamo fermi in mezzo al guado". È Emiliano Deiana, presidente dell'Anci Sardegna, a rompere il silenzio dopo la pubblicazione dell'indice di contagio nei comuni dell'Isola. Dai dati è emerso infatti che per la maggior parte dei paesi sardi non è stato possibile calcolare il parametro in questione perché il numero di casi verificati era talmente basso (sotto i 30) da sterilizzare le possibilità di calcolo. Nella tabella, quindi, quasi tutti i comuni (tranne Sassari, Città metropolitana di Cagliari e Ossi) risultano "non classificati" e, così, la decisione di riapertura, per ogni sindaco, diventa totalmente autonoma. Fatto che "crea confusione, disparità e incertezza", ammonisce Deiana.
"Non calcolare l’Rt - continua il presidente Anci - è cosa assai diversa dal dire che Rt del Comune di XYZ è al di sotto dello 0,5 previsto. Non è stato calcolato non significa che il parametro è inferiore allo 0,5".
Deiana prova quindi a indicare la via maestra per le riaperture riportando la responsabilità dalle mani dei sindaci a quelle della Regione: "Il presidente Solinas - come gli si suggeriva da più parti - potrebbe prendere il dato medio regionale, potrebbe farsi scrivere un parere motivato dal Comitato Tecnico-Scientifico e assumere su di sé l’onere e l’onore della riapertura saltando a piè pari le mie perplessità sulle ordinanze sindacali di riapertura, scavalcando i calcoli “raffazzonati” sui singoli comuni o facendo approssimazioni successive. Oppure: parla col Governo, verifica se e quali riaperture ci saranno il 18 maggio e si concorre, tutto insieme, ad accelerare quella data".