CAGLIARI. "Mentre i nostri commerci soffocano, le grandi multinazionali californiane rafforzano il loro monopolio nella vendita al dettaglio, e banchettano sulla crisi". Il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu è reduce da un giro per la città, che "sotto i raggi del primo sole di maggio mi è sembrata più bella che mai". Ma c'erano le serrande chiuse: bar, ristoranti, hotel, negozi. Tutto sbarrato per la guerra contro il virus. Ma come per ogni conflitto, arriva il Dopoguerra. Che in questo caso, per il primo cittadino, "ha bisogno di investimenti strutturali decisi. Così come negli anni Cinquanta, quando per rilanciare l’Italia si costruì l’Autostrada del Sole, oggi dobbiamo investire tutte le risorse possibili per creare un’Autostrada digitale in Sardegna, per creare una zona franca telematica, che garantisca tasse zero a tutte le nuove aziende digitali che scelgono di insediarsi nell’Isola (e magari anche a chi già c’è). In questo modo non solo potremmo attrarre intelligenze e investimenti, oppure offrire opportunità alle nostre eccellenze, ma potremmo creare ricchezza e innovazione: essere guida".
Ho fatto una passeggiata in centro: Cagliari sotto i raggi del primo sole di maggio mi è sembrata più bella che mai.
Bellissima e ferita.I negozi chiusi, bar, ristoranti, hotel, attività di abbigliamento: interi settori che fino a ieri erano i nostri fiori all’occhiello oggi zoppicano, le serrande abbassate mi sono sembrate occhi pieni di lacrime: ogni luogo mi ha raccontato una storia e una sofferenza. E ho pensato con rabbia che mentre i nostri commerci soffocano le grandi multinazionali californiane rafforzano il loro monopolio nella vendita al dettaglio, e banchettano sulla crisi.
Sono convinto che questo Dopoguerra abbia bisogno di investimenti strutturali decisi. Così come negli anni Cinquanta, quando per rilanciare l’Italia si costruì l’Autostrada del Sole, oggi dobbiamo investire tutte le risorse possibili per creare un’Autostrada digitale in Sardegna, per creare una zona franca telematica, che garantisca tasse zero a tutte le nuove aziende digitali che scelgono di insediarsi nell’Isola (e magari anche a chi già c’è). In questo modo non solo potremmo attrarre intelligenze e investimenti, oppure offrire opportunità alle nostre eccellenze, ma potremmo creare ricchezza e innovazione: essere guida.
E fare magari anche in modo che i sardi comprino i nostri prodotti, e che le nostre imprese riprendano le attività anche on line e inizino a competere con i giganti, conquistando ogni giorno muovi mercati.
A Cagliari stiamo facendo di tutto per fare riaprire le attività produttive, sociali e culturali in tutta sicurezza. Nel frattempo, parallelamente, dobbiamo fare in modo che nascano infrastrutture e strumenti adeguati per permettere ai nostri commercianti di restare vivi, e forti: come prima. Ai nostri giovani di avere opportunità per affermarsi qui. Perché i territori che più crescono, sono quelli in cui hanno sede i creativi e gli innovatori.
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