SASSARI. "Le fasi iniziali sono state le più difficili per la grave carenza di reagenti, abbiamo analizzato in media 350-400 tamponi al giorno". Lo ha detto Salvatore Rubino, direttore del laboratorio Covid-19 di Microbiologia e Virologia dell’Aou di Sassari, che dal 6 febbraio scorso ha iniziato a funzionare h 24, 7 giorni su 7, per l'identificazione del virus con i test molecolari. Un'attività impegnativa che, nell'arco di due mesi, ha portato ad analizzare oltre 13mila tamponi nasofaringei.
"Dopo le difficoltà anche delle aziende produttrici e distributrici dei reagenti - spiega Rubino - che hanno faticato a fornire con continuità i beni necessari per la diagnostica, adesso i problemi sono quasi del tutto superati". Ma la sfida iniziale, forse anche la più grande, è stata la gestione di centinaia di campioni giornalieri. "Le richieste sono state davvero pressanti – aggiunge il direttore – e soltanto con il tempo si è compreso che la diagnosi di presenza del virus nei tamponi richiede esami particolarmente complessi e un tempo di esecuzione dalle 3 alle 6 ore".
Ora però si pensa alla fase due, quella in cui saranno avviate le indagini su campioni sempre più ampi di popolazione. Saranno messe in campo analisi sierologiche mirate ad accertare l’esposizione al virus e, quindi, a controllare la sua diffusione nella comunità ospedaliera e nelle Rsa. Un lavoro enorme che porterà ad analizzare diverse migliaia di sieri alla settimana, per determinare la presenza di anticorpi specifici per il coronavirus.