CAGLIARI. "Nessuna scuola chiuderà in Sardegna", aveva detto l'assessore regionale alla Pubblica istruzione Andrea Biancareddu. E non si parlava di provvedimenti contro il coronavirus, ma di non cancellare gli istituti nei piccoli paesi. Invece ecco il blitz dell’ufficio scolastico regionale, che con un provvedimento improvviso e contrario ai pronunciamenti dell’assemblea provinciale dei sindaci che ne aveva chiesto il mantenimento in deroga ha disposto la chiusura delle scuole dell’infanzia di Bortigiadas e Nughedu San Nicolò per l’anno scolastico 2020/2021.
"Una pugnalata alla schiena da parte di altre istituzioni nel momento di massimo impegno dei sindaci nella gestione dell’emergenza da Covid19", commenta il presidente dell'Anci e sindaco di Bortigiadas Emiliano Deiana, che con il collega di Nughedu Michele Carboni ha deciso "di occupare provocatoriamente le piazze vuote di Bortigiadas e Nughedu contro istituzioni che in maniera subdola non riconoscono il ruolo e la fatica dei sindaci durante questa emergenza e aggravano la condizione delle comunità con la chiusura degli ultimi avamposti di libertà e di democrazia: le scuole".
In un momento in cui da più parti, anche in riferimento alla pandemia in atto, si parla di riabitare i paesi delle aree interne "dei funzionari ministeriali seguendo la sola idea ragionieristica dei numeri infliggono un colpo feroce contro le comunità delle aree interne. I bambini di Nughedu e Bortigiadas dai tre anni di età diventeranno dei pendolari e andranno ad affollare classi già affollate contro ogni regola di buonsenso che invece avrebbe imposto l’esatto contrario anche in relazione alle norme che non potranno essere più disattese di distanziamento sociale. I sindaci non arretreranno di un centimetro e chiedono fin da ora al Ministero e alla Regione di riaprire le scuole di Nughedu e di Bortigiadas per una questione di salute pubblica e di civiltà".