CAGLIARI. “Al via l’indagine epidemiologica, poi si deciderà la fase due, sempre con massima prudenza, senza abbassare la guardia”. Così l’assessore alla Sanità Mario Nieddu, nel giorno in cui si contano 7 casi in 24 ore e due decessi. L’indagine partirà appena si avrà il via libera del comitato scientifico che dovrebbe arrivare entro oggi, ma l’assessore alla Sanità ha indicato alcuni parametri: “Tra le altre cose si partirà dalle zone con zero contagi, dobbiamo capire che effettivamente il virus non è arrivato in quel territorio o se invece si riscontrano positivi asintomatici, in quel caso significherebbe che il virus sta ancora circolando sotto traccia”.
La fase due quindi sarà determinata dai risultati dell’indagine che partirà a stretto giro. Intanto ad oggi in Sardegna sono stati effettuati 17.844 test che fanno collocare la Sardegna tra le ultime regioni nella classifica nazionale in rapporto al numero di abitanti. “Le indicazioni su chi sottoporre al tampone erano stringenti dalle autorità sanitarie nazionali”, ha detto Nieddu, “noi ci siamo attenuti a quelle indicazioni e quindi dai limiti imposti dalle linee guida, avevamo anche una scarsità di approvvigionamenti che esiste tutt’oggi, tanto che vogliamo sottoporre al tampone tutto il personale sanitario ma non possiamo per una questione di approvvigionamento, ne servirebbero 20mila”. E sono proprio gli operatori sanitari i più colpiti (il 24,1 per cento del totale della popolazione) e nell’84,7 per cento dei casi (dato di una settimana fa) hanno contratto il virus in ospedale, eppure l’indagine epidemiologica viene fatta su ogni contatto. “Per le persone che non ruotano intorno ad rsa e strutture sanitarie, è molto più difficile fare un’indagine”.