OTTANA. "Dobbiamo lavorare per creare il contratto di filiera, questo è l'unico futuro". Sono le parole della ministra all'Agricoltura, Teresa Bellanova che oggi ha incontrato un gruppo di pastori a Ottana. "Io non cerco applausi. Non posso e non voglio fare promesse che non manterrò. Il mio impegno si concentra sulla creazione di un contratto di filiera, che metta in diretta comunicazione i produttori e gli industriali, intorno a un unico tavolo. Stabiliranno il prezzo del latte insieme, non più divisi. Nemmeno tra pastori".
Un'unica strada percorribile, dunque, secondo la ministra, quella della creazione di un contratto di filiera, il cui bando partirebbe a gennaio e per cui verranno stanziati 10 milioni di euro. Ma, secondo Bellanova, prima di avviare le procedure i pastori devono superare le divisioni interne: "Siete deboli: se a un tavolo vi presentate in 60 non si va da nessuna parte. Il vostro problema è la frammentazione della rappresentanza. Dovete unirvi".
È il secondo incontro tra il ministro e i pastori dopo quello dello scorso 29 ottobre al palazzo regionale di viale Trento. Durante il tavolo era stato ammesso che le eccedenze di pecorino dichiarate dagli industriali, quelle che avevano portato alla svalutazione del latte e quindi alla rivolta dei pastori, non erano mai esistite (leggi la notizia). "Capisco la rabbia, che vi sentiate presi in giro", ha dichiarato Bellanova, "ma non è il momento per la rabbia. Adesso bisogna impegnarsi per potersi sollevare e l'unico modo è farlo insieme".
La rappresentante del governo Conte ha poi affrontato un altro degli argomenti che hanno animato la rivolta dei pastori: l'utilizzo di latte estero al posto di quello sardo per la produzione del pecorino romano: "Servono garanzie di tracciabilità. Oggi non lo avete detto, ma so che pensate che molto del latte che viene usato per il pecorino arrivi da altri paesi. Vi ho sentiti dirlo. Dobbiamo essere alleati dei consumatori. Se diamo garanzie sulla provenienza del latte, se riusciamo a garantire che il latte proviene da pascoli non intensivi, quindi più sani, il valore del prodotto aumenta. E si possono cercare mercati internazionali che acquistino il prodotto e che possano permetterselo".
Ultimo punto dell'incontro di stamattina è stata la concorrenza sleale, nello specifico il sistema delle aste al ribasso attuate dai grandi distributori: "Dobbiamo rendere illegale la concorrenza sleale. Basta aste al doppio ribasso. Altrimenti se un litro si vende a un euro e poi viene svalutato a 80 centesimi non si va da nessuna parte. Lavoriamo sulla legge europea che Paolo Castro cerca di far passare. Chi fa le spese di queste svalutazioni siete voi".