CAGLIARI. Alluvioni e rischio idrogeologico. Dopo ogni evento calamitoso in Sardegna si ripete come una mantra la solita formula: sono necessarie prevenzione e informazione per i cittadini. Nonostante questo 47 comuni isolani non hanno adottato un piano di rischio idroualico e idrogeologico. Non è solo una mancanza di buonsenso: i piani sono obbligatori per legge dal 2012. Il dato è emerso questa mattina durante la presentazione della grande esercitazione di protezione civile che andrà in scena in sei comuni: San Vito, Ballao, Armungia, Villasalto, Villaputzu e Muravera
"È mio dovere in quanto assessore occuparmi di accompagnare i comuni restanti nel processo di creazione di un piano di emergenza", ha spiegato stamattina l'assessore regionale all'Ambiente Gianni Lampis, durante una conferenza stampa sui rischi idrogeologici al palazzo della Regione di viale Trento.
La data fissata per la fissazione delle esercitazioni in caso di evento meteo è i 16 ottobre. Parteciperanno protezione civile, vigili del fuoco, 118 e altre forze d'intervento occupate durante una finta alluvione. Spetterà ai residenti decidere se partecipare come figuranti o osservare le operazioni per capire meglio il lavoro delle squadre e come si devono comportare.
"Queste esercitazioni", ha dichiarato il dirigente generale della protezione civile in Sardegna, Antonio Pasquale Belloi, "servono a far capire la popolazione che il piano di emergenza si attua grazie al loro aiuto. Loro sono parte del parte del piano".
Intanto la giunta regionale ha approvato lo stanziamento di oltre un milione e 400 mila euro per i comuni che tra maggio 2018 e febbraio 2019 hanno dovuto eseguire opere ed interventi in emergenza. Uno stanziamento per 23 comuni tra cui Monastir, Thiesi, Arborea, Nurri, Sammatzai, Nurallao, Barumini e Cabras.