SELARGIUS. Quando il parroco si è avvicinato all'altare della chiesa della Santissima Maria Vergine Assunta il chiacchiericcio si è placato. Ma don Ireneo Schirru non ha parlato subito. È rimasto a fissare la Bibbia per un minuto abbondante. Per un minuto il silenzio ha fatto da padrone nella parrocchia della Santissima Vergine Assunta. Ed è proprio nel silenzio che sono ricominciati i pianti. I pianti per Andrea Tiepolo, diciottenne morto martedì mattina per un incidente stradale. Dopo una grande attesa il prete si è avvicinato al microfono. Ma non si è fatto il segno della croce. Ha recitato un Eterno riposo. La sua voce era spezzata. Poi ha continuato la celebrazione della messa funebre, spesso a fatica, combattendo il pianto. I presenti facevano lo stesso. Nella chiesa di fronte a via San Nicolò c'erano almeno 400 persone. Fuori qualche altro centinaio. Di tutte le età. I più giovani avevano espresso il loro dolore rabbioso, tipico di chi ha perso un amico, poco prima di entrare in parrocchia: arrivando in motorino e esibendo striscioni per il loro compagno di gioventù. Gli altri, gli adulti, si limitavano a piangere durante la messa.
Poi è arrivata l’omelia. “Oggi parlo con molti scrupoli”, ha spiegato il parroco con le lacrime agli occhi, “quando muore un giovane è sempre difficile. In questi giorni, in cui le strade della Sardegna si sono bagnate di sangue, la prima domanda è stata: "Perché? Perché Dio ha portato via queste persone così presto?". Noi dobbiamo pensare che non li abbiamo persi. Ci hanno solo preceduti”. Ma le lacrime non risparmiano nemmeno lui che predica, perché più volte è costretto a fermarsi per combattere il pianto. Saluta i genitori di . Poi si è rivolto ai giovani: “Abbiamo bisogno di voi. Imparate a preferire lo svago allo sballo. Il divertimento alle notti di baldoria. Le responsabilità ai vizi”. Poi tocca ai genitori: “Insegnate i valori ai vostri figli”. La messa finisce. Il feretro viene portato fuori. Decine di palloncini prendono il volo. E una voce si leva. "Andrea è vivo".