CAGLIARI. A pochi giorni dall'insediamento del nuovo consiglio comunale a Cagliari arriva un ricorso al Tar contro l'annullamento delle elezioni del 16 giugno. A presentarlo sono quattro cittadini, Maurizio Melis, Ilaria Lai, Roberto Tramaloni e Cristiano Castangia, rappresentati dai legali Giuseppe Andreozzi, Stefania Lecca e Giuseppe Macciotta, sulla scia del ricorso che ha fatto tremare un mese fa alcune poltrone in Consiglio regionale. Nel mirino infatti c’è ancora una volta la lista della Lega Sardegna, con la sua "miriade" di denominazioni e simboli, che secondo quanto riportato nel ricorso sarebbe stata illegittimamente "ammessa a partecipare alla competizione elettorale” e avrebbe dovuto essere invece esclusa.
Il motivo? Mancano le carte sulla legittimazione di chi ha depositato la lista con i candidati per le comunali. La legge elettorale prevede infatti che chi vuole partecipare alla competizione non abbia bisogno di alcuna firma se ha già un rappresentante nel Consiglio o in un gruppo parlamentare. In questa ipotesi – si legge – “la dichiarazione di presentazione della lista deve essere presentata e sottoscritta dai presidenti o segretari regionali o provinciali, incaricati da mandato autenticato da notaio. Per le comunali del 16 giugno la lista in questione sarebbe stata presentata da Guido De Martini, che ha depositato due deleghe: quella dell’onorevole Dario Giagoni, in qualità però di rappresentante regionale della “Lega Nord per l'indipendenza della Padania” (confederazione che non comprende la Sardegna), e quella di Nicola Tufo, rappresentante regionale per la Sardegna della Lega per Salvini Premier, incarico attestato dall’onorevole Giulio Centemero, su cui però sarebbero emerse delle irregolarità. “Entrambe le deleghe, si legge tra le motivazioni del ricorso - sono quindi invalide”. E se anche una delle due, alla fine degli accertamenti, lo fosse, non basterebbe – contestano i legali – a far validare la presentazione della lista alle elezioni. Ancora una volta quindi, come nel caso delle elezioni regionali, ritorna il mistero del nome esatto della Lega, che rischia di far saltare fuori dal palazzo di via Roma i rappresentanti del Carroccio appena eletti.
Tra le motivazioni del ricorso spunta poi la questione dell’invio delle cartoline con le facilitazioni di viaggio per il voto agli elettori residenti all’estero. Nel ricorso viene spiegato che “queste devono essere inviate - per legge - entro 20 giorni dalla pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi” e con il mezzo postale più veloce, ma nessuno dei due punti, in questo caso, sarebbe stato rispettato. Le lettere sarebbero state consegnate solo il 4 giugno, appena dodici giorni prima delle elezioni, a un operatore privato che non avrebbe specificato né mezzi né tempistiche dell’arrivo ai residenti all’estero (quasi 7mila quelli iscritti all’Aire). Risultato? Non sono mai arrivate in tempo.
E se il Tar dovesse accogliere il ricorso, a questo punto, a saltare non sarebbero di certo solo le poltrone della Lega.