CAGLIARI. “Dobbiamo stare attenti a leggere il caso di Bibbiano, i fatti non sono ancora stati accertati, tante cose dette sono state poi successivamente smontate, quando si procede a un affido siamo in mano a procedure complesse che non sono assolutamente in mano a psicologi e assistenti sociali né tantomeno a sindaci e amministratori pubblici: se ne occupa il tribunale del minorenni”. Così Angela Maria Quaquero presidente dell’Ordine degli Psicologi della Sardegna sul caso di Bibbiano, il piccolo comune emiliano travolto da un’inchiesta su un sistema illecito di minori in affido. Il mese scorso sono state arrestate 18 persone tra medici, assistenti sociali, funzionari del comune (compreso il sindaco Pd Andrea Carletti finito poi ai domiciliari). Il caso è stato anche strumentalizzato politicamente, visto il partito di appartenenza di qualche indagato. E intanto il ministro Alfonso Bonafede ha annunciato la stretta sul sistema di affidamenti in Italia e si appresta a firmare l'atto che darà vita alla "Squadra speciale di giustizia per la protezione dei bambini".
“La magistratura controlla, valuta, e alla fine delibera”, ha spiegato la Quaquero, “l’affido dei minori è stato istituito per tutelarli, non per strapparli alle famiglie”. Questo però talvolta succede. “Vero, ma io non ho mai assistito a un caso del genere, ho visto invece situazioni complesse e dolorosissime in cui il minore aveva bisogno di essere protetto ed è stato accolto in strutture specializzate o presso altre famiglie ma sempre con l’intervento del tribunale per i minorenni: gli assistenti sociali e gli psicologi non hanno il potere di decidere dove va un bambino”.
E quando si parla di affidi, la complessità arriva anche dalle famiglie disponibili ad accogliere temporaneamente un bambino. “A Cagliari, come in altri comuni sardi, non è facile trovare famiglie disponibili all’affido perché è molto impegnativo e non si risolve nel possesso di un bambino. L'istituto per gli affidi, quando lo seguivo io, contava decine e decine di casi".