CAGLIARI. I soldi ci sono, la modifica dell’articolo 5 della legge 128 che per due anni ha tenuto il trenino verde fermo, è arrivata, adesso la ferrovia storica più lunga d’Italia può ripartire. Questa mattina il deputato del M5s Nardo Marino, insieme ai consiglieri regionali pentastellati Michele Ciusa e Roberto Li Gioi ha presentato alla stampa la proposta di legge che è stata approvata e permetterà anche ai musei ferroviari, alle associazioni e alle aziende di trasporto, di erogare le prestazioni di trasporto turistico.
Quattrocentotrentasette i chilometri di patrimonio storico culturale che tutelano anche circa mille posti di lavoro. “A questo punto non ci sono più ostacoli alla ripartenza, la Regione Sardegna non potrà accampare nessuna scusa a giustificazione di ulteriori ritardi. Attendiamo solo la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica, al massimo partirà a ferragosto”.
La deputata del Pd Romina Mura aveva contestato il deputato del M5s per essersi attribuito una vittoria che non è sua, ma Marino non ci sta. “Non riesco a capire il perché di questa polemica, la deputata del Pd ha firmato questa legge e io non ho mai cercato di intestarmi la legge 128 anche perché è la stessa che ha assassinato il trenino sardo, non mi intesto neanche questa perchè ho lavorato insieme a tutti i colleghi della commissione trasporti, è stato un lavoro condiviso e un esempio di buona politica, eliminando anche una bandiera di partito che lei in questo caso sta ritirando fuori”. Tuttavia la modifica dell’articolo 5 della legge 128 non è un punto d’arrivo secondo il deputato Marino ma un punto di partenza. “C’è la possibilità di creare nuovi soggetti che gestiscano le Ferrovie della Sardegna e nel frattempo chiedo a tutti di interrogarci del perché se tracollo degli ultimi anni, si è passati da 85mila a 20mila passeggeri in pochi anni”. Secondo Marino quindi: “Non solo l’Arst lo può gestire, l’Arst può trovare soluzioni diverse di gestione”.