CAGLIARI. La Camera ha approvato una mozione, presentata dal deputato sardo del Movimento 5 Stelle Pino Cabras, che impegna il governo “ad adottare gli atti necessari a sospendere le esportazioni di bombe d'aereo e missili che possono essere utilizzati per colpire la popolazione civile e loro componentistica verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace con lo Yemen”. Insomma: sto all'esportazione di armi dallo stabilimento della Rwm di Domusnovas, principale produttore degli ordigni che dal 2015 l'Arabia Saudita scaglia contro i civili yemeniti.
Una presa di posizione ufficiale, da parte del Parlamento italiano, anche se tardiva: lo stop al rifornimento di armi ai sauditi è stato già espresso da Parlamento europeo. Germania, Danimarca, Finlandia, Norvegia e Paesi Bassi.
Perché questa decisione? I numeri sulla situazione in Yemen sono riportati nel testo della mozione: “A causa del conflitto”, si legge, “oltre 24 milioni di persone su una popolazione totale di 28 non hanno cibo sufficiente, 9,6 milioni sono sull'orlo della carestia e 240 mila si trovano nella cosiddetta «fase cinque», ossia sopravvivono a malapena alla fame. Dall'inizio del conflitto, oltre tre milioni e 300 mila yemeniti hanno lasciato le loro case, 600 mila nel solo 2018”.
Il parlamento, anche se tardivamente, si è espresso. Il blog delle Stelle celebra la quello che viene definito come “l’importantissimo risultato raggiunto approvando la mozione”.
Ma che succede adesso? Non si vedranno più le navi cargo che arrivano al porto canale per prelevare tonnellate di ordigni che hanno viaggiato lungo la Statale 130, dallo stabilimento di Domusnovas fino alle banchine? Non ci saranno più aerei che nel cuore della notte prelevano il loro carico di bombe?
Questo è tutto da vedere. Perché, anche se c'è il parere positivo del sottosegretario agli Esteri Manlio di Stefano, intervenuto durante la discussione alla Camera, adesso è il governo nella sua interezza a dover adottare un provvedimento di stop alle esportazioni. Intanto la multinazionale degli armamenti Rehinmetal, che controlla lo stabilimento della Rwm in Sardegna, prosegue con il suo piano di ampliamento della ribattezzata fabbrica della morte: un allargamento che ha ricevuto la benedizione degli uffici regionali. Il processo si fermerà? Questo è tutto da vedere. E, soprattutto. C'è da capire, in caso di blocco della produzione, finora solo paventato, che fine faranno gli operai. Finora rimasti in silenzio davanti alle contestazioni piovute da tutto il mondo.