CAGLIARI. Pensate di salire a bordo di un razzo alto 55 metri. Poi di entrare all’interno di una capsula molto stretta, piccola. Quattro ore di attesa, l’accensione dei motori. E quindi di ritrovarvi in 8 minuti e 50 secondi nello spazio. Un sogno per molti: quale bambino non ha mai sognato di diventare un astronauta? Roberto Vittori ci è riuscito. Classe 1964, generale di brigata aerea, è stato per ben tre volte nello spazio. Partendo da semplice pilota è stato selezionato dall’agenzia spaziale italiana: nel 2011 l’ultima missione.
L’ambiente, quasi magico, Vittori l’ha descritto proprio come siamo abituati a vederlo nei film. “L’astronauta che si trova nello spazio galleggia, se apro il rubinetto l’acqua non scorre ma forma una bolla, il bicchiere galleggia, un ambiente magico, per questo la stazione spaziale internazionale, è un grande laboratorio di ricerca”. Oggi al teatro Massimo di Cagliari ha deciso di raccontarsi a un centinaio di studenti, e se ancora ci sembra così lontano lo spazio, Vittori assicura:” Lo spazio è il futuro, i giovani sono il futuro, in questo momento il mio invito e suggerimento è di guardare ciò che lo spazio offre. Lo spazio è destinato a diventare il nostro normale ambiente di lavoro, l’astronauta del futuro sarà come oggi il pilota, o forse l’hostess di bordo, volare nello spazio sarà come volare sugli aeroplani”. E c’è una rassicurazione anche per chi pensa che l'Isola sia così lontana dallo spazio e dallo sviluppo tecnologico per raggiungerlo. “La Sardegna offre grandissime opportunità ai giovani, dal telescopio, al radiotelescopio, all’ingegneria aerospaziale, Decimomannu con il poligono sono tutte grandi opportunità per fare della Sardegna un grande attore protagonista del futuro spaziale italiano”.