CAGLIARI. Dopo il sit-in di protesta era arrivata la doccia fredda della proposta di licenziamento collettivo di più di 200 dipendenti. Poi, in una lettera firmata dalla presidente del Porto industriale Cecilia Battistello, spunta la richiesta: "Rendersi disponibili a svolgere il loro lavoro, nonostante la crisi, e a movimentare i container". È quanto si legge nell'ultima comunicazione ricevuta dai lavoratori Cict del porto canale di Cagliari, che solo pochi giorni fa avevano dato vita a una manifestazione con blocco dei varchi per protestare contro i licenziamenti preannunciati. La decisione di lasciare a casa centinaia di dipendenti (definita comunque "sofferta" per il consiglio di amministrazione) non è stata ancora confermata: "L'assemblea dei soci Cict dovrà esprimersi il 17 giugno", si legge, ma intanto, nell'attesa della conferma, secondo la presidente, non resta altro che chiedere agli operatori la loro disponibilità per continuare a lavorare. La richiesta è molto chiara: "Considerata la grave crisi si chiede ai rappresentanti sindacali e ai lavoratori, qualora dovesse accadere altri operatori scegliessero il terminal di Cagliari, se si rendono disponibili". Almeno fino al 17 giugno, giorno del "verdetto" sul loro futuro.
Battistello si dice fiduciosa di "trovare alcuni operatori disposti a usare il terminal di Cagliari", a patto che non succeda però ciò che è accaduto il giorno della protesta, quando - si legge - "delle navi volevano attraccare per scaricare circa 1000 container ma hanno scelto di dirottare altrove il carico visto lo sciopero e il rifiuto usato dalle maestranze ad operare". Fatto che però è raccontato in maniera diversa dai lavoratori: "Non vi era alcuna nave programmata, né tantomeno nei giorni successivi". Nel documento poi si legge una promessa: "Gli stipendi di maggio saranno pagati entro il 19 giugno".