CAGLIARI. "A un tranquillo cardiochirurgo cattolico di 58 anni è stato impedito di presentarsi alle elezioni perché contrario all'aborto e all'omologazione tra unione gay e matrimonio. Chi subisce oggi le discriminazioni più pesanti?". All'indomani della bufera sul candidato sindaco di Cagliari, silurato dal M5S per le sue dichiarazioni anti-aborto, non mancano le polemiche dall'altra sponda, quella del Popolo della Famiglia. È il suo fondatore Mario Adinolfi a commentare la vicenda puntando il dito contro i grillini che hanno espulso dal Movimento il candidato "con un atto di arrogante imperio", scrive il giornalista. L'attacco è rivolto in particolare al vicepremier Luigi Di Maio: "In ogni intervista si proclama cattolico, bacia la teca con il sangue di San Gennaro, non ha difficoltà a voler sembrare un profamily. Però se un cattolico porta in politica le sue idee, allora scattano pugno duro e espulsione immediata dal M5S".