CAGLIARI. Il porto di Cagliari e il quartiere Marina, teatri di strani scambi. I traghetti da Civitavecchia come mezzo di trasporto di soldi e documenti falsi in arrivo dalla Penisola, destinati al mercato nero rappresentato dai migranti in arrivo in Sardegna. C'è una rete, gli inquirenti sono al lavoro per ricostruirla. L'arresto di un giovane algerino in possesso di oltre 5 mila euro in banconote false, effettuato dai carabinieri della compagnia di Carbonia al porto di Cagliari, potrebbe essere solo l'ultimo elemento di un quadro ben più complesso nel quale si sono addentrati gli investigatori (QUI LA NOTIZIA). In Procura c'è un fascicolo aperto, in mano al pm Marco Cocco.
Risale a qualche settimana fa la denuncia del parlamentare di Unidos Mauro Pili, che aveva pubblicato sui propri profili social alcuni video in cui mostrava lo scambio di denaro e documenti che avveniva, in pieno giorno, nelle banchine del porto cagliaritano. Spesso in coincidenza con l'arrivo dei traghetti per Civitavecchia, elemento che potrebbe far supporre l'esistenza di una rete di trafficanti che opera tra la Penisola e la Sardegna. Protagonisti delle immagini erano cittadini nordafricani, presumibilmente algerini secondo Pili, ripresi mentre parlavano con altri connazionali: nei video si vedeva chiaramente i passaggi di soldi e documenti. Tanto che Pili si chiedeva: "A cosa servono quei denari? E per quale motivo vengono dati in pubblica piazza ad un unico soggetto che pare a capo della organizzazione? In cambio di cosa viene elargito tutto quel denaro? E soprattutto qual è la sua provenienza?".
Ad aprile dell'anno scorso 48 nordafricani provenienti da Cagliari erano stati bloccati a Tortolì, mentre cercavano di andare ad Arbatax per imbarcarsi su un traghetto per Civitavecchia: anche in quel caso tutti avevano con sé documenti falsi. Nello stesso periodo i militari della Guardia di Finanza avevano bloccato due somali, sempre provenienti da Civitavecchia: in tasca avevano 36 documenti d'identità contraffatti realizzati in Campania.