CAGLIARI. Francesco Desogus conferma: parteciperà alle regionarie del Movimento 5 Stelle per la scelta del candidato alla presidenza della Regione "se verranno confermate le stesse regole per proporsi. Ed allora chiunque potrà liberamente farlo, come me, consapevole dei limiti e delle aspettative di tutti". Il suo nome aveva iniziato a circolare con forza dopo un incontro, a Cagliari, tra i rappresentanti di vari meetup sardi. C'era un po' da capire cosa fare dopo il ritiro di Mario Puddu. Anche se non tutti gli attivisti ne erano a conoscenza, e questo ha creato dei malumori (qui la notizia).
C'è una cosa che non viene accettata da Desogus, dipendente pubblico ora alla città metropolitana, con un passato nel parco di Molentargius. Ed è la ricostruzione secondo la quale la sua eventuale candidatura sarebbe in contrasto con quella, ancore del tutto ipotetica e non confermata, del sassarese Maurilio Murru (che, a quanto pare, nonostante le voci su una proposta dello staff nazionale, punterebbe alla poltrona di sindaco a Palazzo Ducale). Desogus parla di unità del movimento, di "libertà giornalistiche" che "non accetto". Come non gradisce "cordate" e "cammellaggi": quelli che da più parti sono stati visti in azione negli ultimi giorni, in un Movimento nel quale c'è chi, comunque, conta più degli atri, mentre il principio "uno vale uno" sembra sempre più sbiadito. Ecco, comunque - compreso di prese di distanze dalle ricostruzioni giornalistiche - la posizione integrale di Desogus.
In queste ore è uscito pubblicamente il mio nome tra i probabili candidati per le prossime “regionarie”, strumento democratico dove gli attivisti della Sardegna potranno esprimere chi sarà il candidato governatore del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale.
L’affermazione è reale se verranno confermate le stesse regole per proporsi. Ed allora chiunque potrà liberamente farlo, come me, consapevole dei limiti e delle aspettative di tutti.Tuttavia, non accetto le solite libertà giornalistiche che sembrano gettare discredito e per creare solo divisioni e incomprensioni tra noi attivisti, tra i gruppi territoriali, tra i portavoce.
La vicenda che ci obbliga alla scelta di un nuova candidato governatore è nota, ma forse non è ben chiaro che oltre a Mario Puddu nessuno in Sardegna per leadership e visibilità avrebbe potuto proporsi quale alternativa di successo.
Tant’è che la maggioranza degli attivisti sardi lo ha preferito e così legittimato a condurre la non semplice battaglia per la conquista del palazzaccio Via Roma.In primo luogo voglio chiarire in modo fermo e netto che non sono “emanazione” di Mario Puddu o di Manuela Corda o di altri. Nel Movimento non possono esserci correnti, segreterie occulte, cerchi magici e delfini. Nessuno mi ha detto “Ora tocca a te!”. L’unico contatto con Mario è stato giovedì scorso, con un messaggio di conforto, perché non dobbiamo mai dimenticare l’aspetto umano. A Roma è stato chiesto a gran voce che mantenga un ruolo di supporto nel Movimento. Soprattutto che il Movimento 5 Stelle c’è in Sardegna, con tutto il suo vigore e la voglia di cambiamento che hanno espresso con il loro voto centinaia di migliaia di elettori sardi.
Ci sono stati, come ovunque, degli incontri tra attivisti, di riflessione, per capire cosa fare. Perchè c’è un gran vuoto da colmare. Per quanto mi riguarda ho partecipato solo a due, presso il gruppo di Cagliari di Via Aosta. E’ saltato fuori il mio nome e solo allora ho detto che avreai valutato tale decisione. Ma ho anche detto, e rimarcato, che se dovesse risultare un nome condiviso tra la maggior parte dei gruppi sardi, farei serenamente un passo indietro. Qui, però, ci sono due aspetti da considerare: non sono ammesse cordate o cammellaggi e per loro natura le regionarie offrono pari opportunità a chi voglia proporsi.
Al centro del tavolo c’è soltanto il programma da tradurre in realtà e potrà farlo solo una squadra numerosa, fuori e dentro il Consiglio Regionale, soprattutto coesa. Il candidato governatore del Movimento 5 Stelle, pur con gli obblighi ed i risvolti che il ruolo comporta, è un componente alla pari.La seconda questione, sempre di natura giornalistica, è ipotizzare un becero scontro tra campanili, tra Cagliari e Sassari. Innanzitutto il Movimento 5 Stelle non è persone ma idee. Non c’è spazio per personalismi e scudi territorialistici. E poi qui, personalmente, cascano male. Sassari è stata la MIA città per ben 11 anni, tra studi universitari e lavoro. Se sono poi ritornato a Cagliari è solo perché la ditta dov’ero occupato aveva concluso le commesse in Sardegna. Se avessi trovato un’altra occupazione sarei rimasto sassarese acquisito. E grazie a quelle pagine di vita, il concetto di “cagliaricentrismo”, sentito in tante parti dell’Isola, non mi lascia per niente indifferente.
Per capire come è lo spirito del Movimento, io e Maurilio Murru ci siamo incontrati a Roma in occasione di Italia5Stelle. Ci siamo visti come amici. Stimo Maurilio come persona e le sue doti. Lo apprezzo come portavoce per l’ottimo lavoro e progetto che lui è il suo gruppo stanno portando avanti a Sassari. Ci siamo confidati anche delle perplessità a riguardo, di natura personale e familiare. Svolgere un tale ruolo è un’assunzione di assoluta responsabilità, gravosa, che porta a sacrificare affetti ed interessi. Ciò vale per chiunque.
La questione fondamentale è solo una ed entrambi la sentiamo: la base sceglierà colui che si prenderà l’impegno di guidare una compagine che dovrà garantire e sostenere ogni angolo della Sardegna, nessuno escluso. Che sia di Sassari o di Cagliari o altrove non ha importanza. Sarà un sardo. Prima il Movimento.
Questo è tutto.
A riveder le stelle.
M5S in Sardegna, Desogus conferma: mi candido alle regionarie per la presidenza
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