CAGLIARI. Attaccato dagli alleati (ma sono tali, se non per il permanere in giunta con la poltrona dell'assessorato ai Lavori pubblici, coloro che un giorno sì e l'altro pure criticano il governo regionale?), salvato dai voti mancanti del centrodestra. Succede con l'assessore alla Sanità Luigi Arru, al centro del mirino per non aver attuato la riforma della rete ospedaliera votata dall'aula a ottobre. La stessa criticata dal ministero della Salute per ché non rispettosa dei parametri romani. In consiglio regionale la mozione di censura presentata dal Partito dei Sardi (che dovrebbe essere l'alleato) non passa perché il centrodestra (Forza Italia e Fratelli d'Italia) decide di non partecipare al voto. Il risultato finale parla di 25 no alla censura: la maggioranza è di 31, quindi mancavano 6 voti.
Durante la discussione sono arrivati siluri dai banchi della maggioranza, con il capogruppo Pds Gianfranco Congiu. Schierato contro Arru anche Pierfranco Zanchetta (Upc). Alessandra Zedda fa un doppio passo per il suo gruppo di Forza Italia: niente voto perché una mozione di censura è poco o niente, bisognava chiedere le dimissioni. Stessa linea per Fratelli d'Italia, con Paolo Truzzu. Rossomori, Centro democratico e Campo progressista, che dovrebbero sostenere la maggioranza di Pigliaru, decidono anche loro per l'astensione. Insomma: nessuno vuole dare la ribalta al Partito dei Sardi di Paolo Maninchedda, che gioca a fare l'opposizione ma sta al governo.
E intanto si prepara, sia per le regionali che per una ipotizzata, da lui stesso, tempesta giudiziaria. Non è un mistero che Maninchedda punti alla presidenza della Regione mettendosi a capo di una coalizione di convergenza nazionale, come lui stesso l'ha definita. E non è un segreto neanche che qualcosa stia bollendo in pentola in qualche palazzo di giustizia della Sardegna. A dirlo è lo stesso Maninchedda, in una parentesi sul sistema sanitario: "Noi", scrive oggi sul suo blog Sardegna e Libertà, "siamo tra quelli che licenzieranno il sistema Moirano, che è un vero sistema di potere ramificato (non quello ideologico ipotizzato da tre anni a nostro carico da settori ben determinati e ideologicizzati degli apparati dello Stato che stanno aspettando il clima elettorale per mandarci il consueto e atteso avviso di garanzia) che vogliamo smontare integralmente".
Il leader del Partito dei Sardi ha così descritto il voto dell'aula sulla mozione di censura contro Arru: "Ieri in Consiglio regionale è andata in onda una recita.
Da una parte il centrosinistra unito nella funzione di avvocato d’ufficio della sanità sarda, contestata ufficiosamente da moltissimi consiglieri regionali della sinistra, ma difesa ufficialmente in formazione a testuggine in nome di non si capisce bene che cosa. Dall’altra il centrodestra che per paura del ruolo politico del Partito dei Sardi salva dalla censura l’assessore Arru. In mezzo noi, a dire la verità su una sanità che non funziona e che solo i ciechi possono dire che funzioni".
Sanità, assessore salvato da un cortocircuito: il ruolo del Pds ("in attesa di avvisi di garanzia")
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