CATANIA. Solo dodici delle diciassette persone che sarebbero dovute scendere dalla Diciotti per "motivi sanitari" hanno accettato di sbarcare. Cinque donne, invece, si sono rifiutate per restare con i familiari. Per tre di loro c'è sospetto di tubercolosi, due sarebbero affetti da polmonite. Sbarco per tutti i 150 ancora negato, un'altra notte all'aperto per 150 migranti. Ed è la quinta. Intanto sale la tensione tra governo e Ue. Sul caso della nave Diciotti, ferma al porto di Catania, è intervenuta oggi anche l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, che intima agli Stati membri dell'Unione europea di "offrire urgentemente posti di ricollocamento" ai migranti sulla nave e esorta l'Italia a consentire lo sbarco immediato. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini continua a vietare lo sbarco e fa sapere che sta valutando "la possibilità di fare procedure di identificazione e riconoscimento per individuare profughi veri, che sono la minoranza, dai finti profughi". Da Roma ancora nessuna comunicazione. Molti dei profughi a bordo da ieri hanno iniziato lo sciopero della fame.
"Migranti della Diciotti ospitati dalla Chiesa, altri in Albania"
- Redazione
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