CAGLIARI. Un'ordinanza di "demolizione e rimessa in pristino delle opere edilizie abusive realizzate nell'unità immobiliare sita a Cagliari (omettiamo l'indirizzo, ma siamo alla Marina), piano primo e secondo". Destinatario: Marco Marini, lo storico paladino della battaglia contro il rumore nel centro storico. Il promotore della legalità e del rispetto delle norme anti-movida, l'uomo che ha condotto la crociata contro i decibel: è stato lui, proprietario con la moglie di un'abitazione, a rendere pubblica la notizia degli abusi edilizi. Anche se involontariamente.
Marini e consorte hanno presentato un ricorso al Tar contro l'ordinanza di demolizione emessa lo scorso 3 aprile - e notificata l'11 - dal servizio Edilizia privata del Comune. Il provvedimento, come tutti quelli del settore, è stato emesso a seguito di accertamenti. Ma nulla di più, al momento, si può sapere sull'entità degli abusi che dovevano essere rimossi. Perché quell'ordinanza non compare più sul sito del Comune di Cagliari: al posto del documento numero 691 del 2017 c'è un vuoto nell'albo pretorio. Forse perché intanto Marini, il 24 luglio, ha chiesto un accertamento di conformità. Cioè: l'abuso è certificato dal Comune, ma forse si può evitare la demolizione. Ma intanto Marini ha portato avanti la causa davanti al tribunale amministrativo. Sperava, forse, che l'ordinanza decadesse alla radice. Ma i giudici (la camera di consiglio era il primo agosto, ma il verdetto è stato pubblicato solo lo scorso 27 settembre) hanno stabilito che non esiste più un interesse a portare avanti il ricorso: o viene accolta la sanatoria, oppure il Comune potrà insistere per la demolizione. E, al limite, si procederà un nuovo ricorso. La risposta sulla sanatoria, intanto, potrebbe essere già arrivata.