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Il coming out del giovane sardo: "Dire 'sono gay' è difficile, ma trovate il coraggio"

Stefano-Riboldi

CAGLIARI. "Cercate sempre di non credere a chi prova a mettere in discussione quanto valete. All’inizio è dura, ma come tutte le cose poi diventa pazzesca". Si chiude con queste parole il lungo post pubblicato su Facebook da Stefano Riboldi, 22enne di Bari Sardo che ha deciso di affidare al social il suo coming out "penso che possa tornare utile a qualcuno in qualche modo". Ripercorrendo i momenti più importanti della sua vicenda, Stefano ripercorre le tappe principali della sua crescita dalla prima t-shirt rosa regalatagli dalla madre - “i miei compagni già mi chiamano froscio, non posso uscire di casa con una maglietta rosa" - alle allusioni dei ragazzi che lo incrociavano per strada lanciandogli insulti e oggetti.

Dopo aver provato invano a "cambiare me stesso per poter essere apprezzato dalla gente", il primo bacio rubato di notte a un ragazzo "in un vicolo buio di un paesino sperduto" nella vana speranza di non essere scoperto. "Ci avevano visti eccome - racconta Stefano - il giorno dopo l’intero corpo studentesco era al corrente di tutto e si sentiva libero ed in diritto di esprimere le sue opinioni a riguardo tramite status su Facebook". La voce si diffonde immediatamente e così il giovane ogliastrino è quasi costretto a confessare alla madre la sua omosessualità: "Ci furono abbracci e ci furono lacrime e infine mamma mi disse una cosa che non dimenticherò mai: 'Smettila di essere triste, perché non ti manca niente”.‬

"A mio padre ho detto la verità solo l’estate scorsa - prosegue Stefano - avevo paura di spezzargli il cuore e deludergli gli standard che un papà desidera per un figlio maschio. Gli scrissi una lettera, gliela lasciai sul tavolo della cucina e lui la lesse una volta tornato dal lavoro, all’alba. Poi venne da me, mi strinse ed esclamò sorridendo: “'Finalmente ce l’hai fatta a dirmelo, eh?'". Anche la religiosissima nonna, pochi mesi fa, ha dato a Stefano la sua personale 'benedizione' con una telefonata inaspettata:" Volevo dirti che ho capito che un giorno avrai un compagno. sai che questo non cambia l’amore che provo per te e che nonna vuole solo che tu stia bene".

Anche adesso che vive a Milano, Stefano ogni tanto qualche "finocchio" per strada se lo sente dire. Ma oggi non ha più paura di essere semplicemente me stesso: "Se vi sentite troppo timidi per confidarvi coi vostri genitori, fatelo con gli amici e non sottovalutate il ruolo dei professori - scrive il giovane rivolgendosi a chi ha paura di mostrarsi per quel che realmente è - e cercate sempre di non credere a chi prova a mettere in discussione quanto valete: all’inizio è dura, ma come tutte le cose poi diventa pazzesca".